Coronavirus, Sala: si può chiudere ma prima bisogna dire come si aiutano le persone

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“I Comuni possono indebitarsi per fare investimenti, non per la spesa corrente. Questa è la regola generale. Oggi è una regola sbagliata nel senso che la spesa per me oggi è l’investimento. Se io potessi indebitare un Comune solido come il Comune di Milano attraverso una spesa sostenere voi io lo farei. Perché in questo momento c’è un problema di sopravvivenza e capacità di tirare avanti non per 6 giorni, ma presumibilmente 6 mesi”: lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala incontrando i lavoratori dello spettacolo in sit-in davanti a Palazzo Marino. “Di vaccini si parla tanto ma c’è poca certezza su quando arriveranno – ha proseguito Sala -. La cosa che non funziona è che qualcuno è penalizzato e qualcuno no”. Questo, ha proseguito il sindaco, sottolineando di non voler “scaricarla sul Governo” ma di voler assumersi le proprie “responsabilità”, “è il momento del sacrificio collettivo”. “Voglio sentirmi responsabile della vostra situazione e ritornare a chiedere al nostro Governo un intervento più deciso”, ha detto. “Il punto è permetterci a tutti di essere parte di questa crisi incredibile – ha proseguito – e che quando potremo tornare fuori il lavoro dovrà essere confermato, in modo minimo, trovando delle formule parziali. Oggi tutto non si può avere, ma non va bene andare da cento a zero, questo è quello che oggi si sta facendo. Non voglio passare per il paladino di ‘non si chiude’, ma voglio che venga fatto con buonsenso. Chiudere si può, ma dire a chi viene chiuso come lo aiutiamo, io mi batterò su questo”.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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