“Credo non sia un compito da attribuire a me ma ai decisori politici”, ma tra i provvedimenti necessari per la città di Milano “alcune cose per ridurre il movimento delle persone credo siano interventi da prendere subito. Uno abbastanza ovvio, lo dico con profondissima tristezza, credo sia tornare all’insegnamento a distanza nelle scuole. Le medie e le superiori sicuramente, il resto da valutare, considerando anche dove sono comparsi i focolai maggiori”. Lo ha detto a I numeri della pandemia, su Sky TG24, Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano. “Le scuole, soprattutto quelle superiori, contribuiscono all’aumento della concentrazione sui mezzi pubblici – ha aggiunto Galli -. Lì il cane si morde la coda. Se tu hai addensamenti di popolazioni in determinate ore non è l’interno della scuola il problema, è il prima e il dopo. Credo che questo debba essere capito e capito molto bene. Per quanto riguarda i bambini più piccoli siamo al problema di trovare il modo di garantire i nonni di non essere esposti ad eventuali infezioni che arrivino da lì, e anche lì abbiamo il problema di portarli e riportarli a casa, che implica movimento ulteriore. D’altro canto è evidente che i genitori di bambini che vanno a scuola non riescono poi ad andare a lavorare se devono tenere i bambini. Abbiamo a che fare con un virus che non accetta trattative da parte nostra, a seconda delle varie realtà del Paese vanno presi a questo punto provvedimenti restrittivi che tengano conto di questa realtà e di quanto si può fare di conseguenza. In una situazione come questa le ricette pronte non le ha nessuno, però anche aspettare che la malattia faccia il suo corso, che il virus cammini come vuole, è qualcosa che non ci possiamo permettere”.
“L’epidemia è chiaramente già uscita dal controllo, non si può pensare che con migliaia di infetti identificati ogni giorno si possa seguire il tracciamento tradizionale. Per questo sono assolutamente necessari provvedimenti restrittivi, ne sono stati presi già di significativi, ma il punto è vedere se questo può veramente funzionare e il tempo per vederlo è molto limitato” ha poi spiegato, Massimo Galli. “I prossimi quindici giorni – ha spiegato – sono già segnati da questo punto di vista, vedremo crescere il numero delle infezioni perché quelle infezioni sono già avvenute di fatto. Alla fine dei prossimi quindici si vedrà se cominciamo ad avere un effetto dei provvedimenti presi e temo che debbano essere almeno localmente fortemente integrati da qualcosa di ancora più restrittivo, senza aspettare i quindici giorni”. (MiaNews)