Galli e “la battaglia di Milano”. Come in una serie Netflix

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

Massimo Galli, il professore del Sacco a cui piace apparire in televisione e che piace tantissimo ai giornalisti, parla oggi di “combattere la battaglia di Milano”. Concetto esatto, anche se il Galli, come si può intuire, inizia mediaticamente a stancarmi. Sarà che vedere sempre le stesse facce ti induce a mettere su Netflix. Comunque, il concetto della battaglia di Milano è efficace. Mettiamoci anche il concetto di “Resistenza”. Non quella un po’ pelosa, con la Bella Ciao cantata più perché è la colonna sonora della Casa di Carta che per il suo altissimo significato originario, ma quella vera. Resistere di fronte al nemico, anche il più forte, il più pervasivo, il più invincibile perché sai che ce la farai, con le lacrime e il sangue. La resistenza non è qualcosa di personale, ma di collettivo. La battaglia che porta tutti a combattere fianco a fianco, senza accoltellarci per convenienza. Inizia la battaglia di Milano, e ci arriviamo nelle seguenti condizioni. La classe produttiva se la prende con gli anziani che se ne vanno in giro, perché per difendere loro l’ipotesi è di fare un lockdown disastroso per l’economia, direi anche irrimediabile. I giovani protestano perché hanno il diritto di andare a scuola e non ci possono andare, e hanno anche il diritto di farsi una birra e divertirsi, che i 20 anni ci sono una volta sola, e non possono farlo. Per voi è una cosa da poco? Forse sì, ma è solo perché i vostri 20 anni ve li siete già vissuti. Quindi, i nonni contro i giovani che infettano tutti, i padri contro i nonni e contro i giovani che infettano tutti, i nonni contro i padri perché non vogliono chiudere tutto e per lavorare rischiano di ammazzare tutti. Ma non c’è solo questo. Ci sono i manettari che invocano arresti e avvisi di garanzia (a proposito, arriva l’ondata) per chiunque governi, e i garantisti che vorrebbero che prima finisca tutto e poi si facciano i processi. Abbiamo capito (spoiler: è una iperbole)che il lockdown non è una misura scientifica. Chi lo vuole è di sinistra, garantito, pensionato, mantenuto, dipendente statale. Abbiamo anche capito che il negazionismo è di destra, perché chi nega lo fa perché vuole fare soldi e andare avanti a guidare la sua Bmw fottendosene di Area C. Se ci fosse stato Gaber… Poi c’è Beppe Sala che litiga con Attilio Fontana che litiga con Matteo Salvini che litiga con Giuseppe Conte, che litiga con i Comuni che litigano con le Regioni che litigano con l’Azzolina che una lettera alla Lombardia spedì per riaprire le superiori mentre tutti i calcoli matematici dicono che nel giro di 10 giorni saremo in lockdown totale. Vi pare una resistenza, questa? Vi pare un popolo, questo? Vi sentite lo spirito di cantare Bella Ciao mentre uscite fuori a procacciarvi il pane per i vostri figli con il rischio di finire intubati in ospedale? Vi sentite pervasi dall’eroismo? Io no, francamente. Anche se la battaglia di Milano è alle porte e ho sempre la speranza che sull’ultimo centimetro prima del precipizio la si smetta di dire e fare cazzate e ci si giri a fronteggiare il nemico tutti insieme.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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