Il piano Lombardia da 3,5 miliardi della giunta Fontana è una legge mancia per alcuni comuni scelti senza bando e senza criteri di priorità e non è in grado di rilanciare la Lombardia dopo il colpo subito nei mesi scorsi. Pertanto il piano va cambiato, puntando sulla rete della sanità territoriale, sulla digitalizzazione e sulla scuola. Lo sostiene il gruppo regionale del Partito Democratico che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa per denunciare le storture di questo strumento contro cui, segnala sempre il Pd, la protesta dei sindaci si sta allargando a macchia d’olio.
Il Piano è frutto di una legge regionale, la n. 9 del maggio 2020, che autorizzava la Regione a contrarre debito per 3 miliardi di euro per opere a favore del rilancio della Lombardia, che si aggiunge a 130 milioni per opere regionali già previste e 400 milioni dati direttamente ai comuni con un criterio di ripartizione basato sulla dimensione dell’ente locale. A luglio, con l’assestamento al bilancio, una serie di ordini del giorno della maggioranza hanno “suggerito” alla giunta verso quali investimenti destinare le risorse. Con una successiva delibera, la 3531 dell’8 agosto, senza alcun bando e senza una vera istruttoria, il Piano Lombardia viene declinato in centinaia di interventi, molti dei quali di modesta entità, come il rifacimento di un marciapiede o di un parco giochi. Un’analisi degli interventi fatta dal gruppo del PD rivela la forte sproporzione tra i progetti finanziati nei comuni guidati da giunte di centrodestra rispetto a quelli di centrosinistra. Nella città metropolitana, per esempio, l’88% di risorse è andato a comuni di centrodestra nonostante il maggior numero di comuni, il 63%, sia guidato dal centrosinistra.
“Il Piano Lombardia va cambiato. La Regione sta perdendo un’enorme occasione – attacca il capogruppo dem Fabio Pizzul – perché distribuisce più di tre miliardi di euro senza criteri precisi e lungimiranti. La giunta è andata semplicemente a tirar fuori dai cassetti dei progetti che i comuni avevano segnalato negli anni scorsi senza andare a capire se siano ancora progetti strategici e soprattutto se possano garantire uno sviluppo sostenibile e una vera ripartenza per la Lombardia. Usare i soldi così può essere utile ai fini del consenso, visto che sono state distribuite soprattutto ai comuni di centrodestra, ma non è certo utile per il futuro dei lombardi.”
“Alle perplessità nostre per questo “piano mancia” si sono unite le tante voci preoccupate dei sindaci che stanno iniziando a protestare, com’è accaduto in Brianza – aggiunge il consigliere e responsabile enti locali del PD Lombardia Gigi Ponti -. Queste risorse sono state distribuite a pioggia, senza una strategia, senza dare le giuste priorità. La Regione avrebbe dovuto utilizzare quelle risorse in maniera strategica, cioè per la digitalizzazione, per le scuole, per rinsaldare la rete della sanità a livello territoriale. Niente di tutto questo. Considerato l’errore fatto noi chiediamo che la Regione riequilibri la distribuzione di risorse per fare in modo che la legge sia davvero un’occasione per guardare al futuro anziché un modo di distribuire soldi che assomiglia solo al passato.”