“La parola del giorno è mascherina: io vi prego utilizzate la mascherina, tutti, lo dico in particolare ai giovani cercando di essere sempre vicino e comprensivo ma utilizzatela, è assolutamente importante. E’ chiaro che questa è una vita, una società anomala, ma è vita e ve lo dice uno che è passato anche in momenti più difficili e apprezza di più questa vita anomala. Proteggiamola”: è il messaggio che il sindaco Giuseppe Sala ha lanciato questa mattina in un video pubblicato sui social e indirizzato ai milanesi, con l’hashtag #laparoladelgiorno, inaugurando un nuovo appuntamento via social, con i milanesi, dedicato appunto alle parole. “Si dice spesso che le parole sono importanti e lo sono soprattutto nei momenti di incertezza. Per cui da oggi vorrei proporvi quotidianamente una parola su cui riflettere”, ha annunciato il sindaco in apertura al filmato, precisando che si tratteranno di parole “associate alla situazione sanitaria”.
Proprio sulla situazione sanitaria della città di Milano, il sindaco ha voluto fare il punto, precisando che “dobbiamo guardare a quello che succederà nelle prossime settimane e mesi ma è fondamentale guardare indietro a quello che è successo”. Sala ha sottolineato, poi che “dai dati ufficiali a Milano abbiamo avuto 2303 decessi collegati al Covid, una parte significativa nelle case di riposo per anziani ed è stato un dramma, ai morti e ai parenti il mio cordoglio. Però poteva essere peggio e lo dico senza voler essere irrispettoso, e il peggio è stato evitato grazie al comportamento dei milanesi. Se Milano fosse crollata, con due focolai molto intensi più o meno a 50 chilometri a sud e a est, sarebbe stato un disastro per Milano, la Lombardia e l’intero Paese”. Il sindaco è infine tornato a parlare della situazione attuale: “Oggi a Milano la situazione è sufficientemente sotto controllo, non mi infilo in valutazioni medico e scientifiche ma leggo quello che dicono gli esperti come il professor Remuzzi che nei giorni scorsi ha ricordato che a inizio aprile in Lombardia in terapia intensiva c’erano 1444 persone ad oggi sono 40. Ma soprattutto ha detto una cosa importante, cioè che allora il 50% di quelli che finivano in terapia intensiva purtroppo non ce la facevano e oggi è il 5%. Ma se ci guardiamo intorno e vediamo cosa sta succedendo in altre grandi città, come Parigi o Londra, c’è da essere preoccupati e ancora di più attenti”.