Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò

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“Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò” (Ed. Giunti) è la storia vera di Ahmed Malis, scritta da Nicoletta Bortolotti. Ahmed Malis, un ragazzo di origine egiziana, figlio di genitori immigrati a Milano negli anni Ottanta, ama disegnare ed è un vero prodigio autodidatta nel disegno iperrealistico. La sua famiglia, però, musulmana, non ha abbastanza disponibilità economica per mandarlo all’accademia d’arte e desidera per lui un futuro solido, non certo da artista. Ahmed frequenta insieme ai suoi fratelli il centro di aggregazione giovanile CDE Creta, molto attivo nel quartiere milanese del Giambellino. Per questi adolescenti spesso allo sbando, le cui famiglie faticano a tirare la fine del mese, è uno dei pochi luoghi possibili dove, come scrive Tupac, se la realtà è sbagliata i sogni sono veri.

Il nuovo Paese della famiglia, l’Italia, è nazione di artisti, è la terra di Michelangelo, che Ahmed chiama Micky. Ma anche l’Egitto è culla di un’arte antica e gloriosa, quella dei Templi e delle Piramidi. Per i genitori il sogno di andare, per Ahmed il sogno di tornare e di vedere il deserto in una sorta di migrazione a ritroso.

Ahmed, che nelle cuffiette ha la colonna sonora di Ghali e Marracash, riesce a pubblicare i suoi disegni sul Corriere della Sera e a realizzare il suo sogno di entrare alla Naba, grazie anche a un misterioso benefattore che si fa chiamare Angel’s Silence (quando la realtà supera la fantasia!).

La storia di Ahmed, di suo fratello Islam che fa musica trap e di sua sorella Amina che ama scrivere, si intreccia con quella di un altro ragazzo, Tam, e di una ragazza, Sara. Ognuno di loro ha un sogno da realizzare e ci riuscirà. Perché come scrive Pablo Picasso, “ci si mette molto tempo per diventare giovani”. E ancora di più nei quartieri di periferia.

Ascolta l’intervista all’autrice

 

 

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