Il Covid atterra anche Orio al Serio, grosse perdite per lo scalo bergamasco

Tra cancellazioni di voli e calo di passeggeri dopo la parziale e cauta ripresa di agosto, gli effetti del Covid-19 continuano a mettere in ginocchio il settore aeroportuale. La preoccupazione di lavori e sindacati.

0
237

Tra cancellazioni di voli e calo di passeggeri dopo la parziale e cauta ripresa di agosto, gli effetti del Covid-19 continuano a mettere in ginocchio il settore aeroportuale. La preoccupazione per i lavoratori innanzitutto, ma in generale per lo stato delle aziende che operano nello scalo di Orio al Serio è “fortissima, senza precedenti”. A lanciare l’allarme oggi è Marco Sala, segretario generale della FILT-CGIL di Bergamo, che parla della “necessità urgente di sostenere il settore di handling e tutto il comparto aeroportuale che altrimenti in pochi mesi morirà”. Da SACBO, la società che gestisce lo scalo, la FILT-CGIL provinciale ha ricevuto i dati ufficiali relativi al traffico e ai volumi di passeggeri complessivi dello scalo, per gli ultimi tre mesi: a luglio si è registrato un calo del 63% di voli rispetto allo stesso mese del 2019 e del 76% dei passeggeri. Ad agosto, rispettivamente, il calo è stato del 50% e del 66%, a settembre del 56% (voli) e del 72% (passeggeri). Le previsioni per i prossimi due mesi sono ugualmente fosche: per ottobre e novembre si teme il 60% in meno dei movimenti rispetto al 2019 e il 70% in meno di passeggeri. Qualche giorno fa il sindacalista FILT-CGIL ha incontrato la direzione di AGS, una delle società di handling, cioè di operatività a terra, dello scalo bergamasco: “La situazione illustrata è davvero difficile: AGS ha registrato un calo del 60% della propria attività nei due mesi estivi, durante la breve ripresa del traffico per le vacanze. Ora c’è una nuova frenata, pari a meno 80%. Per questo, la società ha dovuto riattivare la Cassa integrazione da settembre a novembre. L’incertezza è tale che si cerca solo di tirare avanti, ma si riuscirà a reggere – ci hanno riferito dall’azienda – solo fino a gennaio o febbraio”. “Nel comparto aeroportuale mai è avvenuta una crisi di queste proporzioni” prosegue Sala. “Non bastano gli aiuti per tenere in piedi la compagnia di bandiera, qui è tutto il resto del settore a franare. Per questo motivo servono con urgenza  interventi strutturali. Se le aziende sono sull’orlo del fallimento, ai lavoratori è chiesto già ora un sacrificio grande: collocati in Cassa integrazione, vengono richiamati sul posto di lavoro da un giorno all’altro, per una o due ore, a seconda dell’operatività di voli spesso cancellati all’ultimo momento. L’impressione è che tutti siano sulla stessa barca, aziende e lavoratori: una barca che sta affondando”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.