Sono state 177 le denunce di infortunio mortale sul lavoro in Lombardia, tra gennaio e luglio 2020, più che raddoppiati rispetto alle 88 dello stesso periodo dell’anno scorso. E’ quanto rileva la Cisl Lombardia sulla base degli ultimi dati Inail relativi alle denunce di infortunio e malattie professionali sia dei primi 7 mesi del 2020, che del solo mese di luglio, confrontati con il pari periodo del 2019.
L’incremento degli infortuni mortali va attribuito alle denunce fatte all’Inail causa Covid-19, ben 121 al 31 luglio scorso. A livello provinciale l’aumento maggiore delle denunce mortali si rileva a Cremona, che passa da 1 a 22 sempre nei primi sette mesi del 2019 confrontati con il 2020, mentre il numero più alto in assoluto lo troviamo a Bergamo con 36 casi mortali nel 2020 seguite da Brescia e Milano con 34.
Quanto alle denunce di infortunio non mortale, dall’analisi dei dati Inail si registra un calo per modalità di accadimento del 14,7% in conseguenza del forte rallentamento dell’attività produttiva causa Covid-19. Dai 71.444 di gennaio-luglio 2019 ai 60.899 del 2020. A livello nazionale il calo è del 23,7%. Un dato di 9 punti superiore.
“Tutto ciò dovrebbe impegnare Regione Lombardia a portare a buon fine il rafforzamento dei dipartimenti di prevenzione, completando le decisioni prese e concordate col sindacato sul reclutamento del personale ispettivo – sottolinea Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia -. In nessun modo possiamo consentire che l’impegno per la ripresa economica lasci in coda l’attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.