La conferenza unificata Stato-Regioni ha dato il via libera al nuovo piano del trasporto pubblico locale, che prevede l’aumento della capienza massima dei mezzi all’80%, aumentando i posti a sedere e una maggiore riduzione di quelli in piedi. Un limite che potrà essere superato, arrivando quasi al 100%, installando “separazioni removibili” tra i sedili, come si legge nelle linee guida. La capienza massima, inoltre, potrà essere raggiunta per i tragitti che non superino i 15 minuti. I mezzi, sui quali bisognerà continuare ad indossare la mascherina, dovranno essere forniti di dispenser per l’igienizzazione e dovranno essere sanificati garantendo un ottimo ricambio d’aria. Il governo, inoltre, stanzierà nella legge di Bilancio 200 milioni per le Regioni e 150 per Comuni e Province per i servizi aggiuntivi di trasporto ritenuti indispensabili per l’avvio dell’anno scolastico. Soddisfatto il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia: “”La volontà di fare il bene dei nostri ragazzi – ha detto – ha fatto superare polemiche e ostacoli e permesso di raggiungere un obiettivo fondamentale: permettere a tutti gli studenti di arrivare a scuola e di farlo in sicurezza”.
“Le Regioni hanno condiviso le ‘linee guida’, punti essenziali e imprescindibili per cercare di garantire il servizio” ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
“Fondamentale – ha aggiunto l’assessore ai Trasporti, Infrastrutture e Mobilità sostenibile della Lombardia, Claudia Maria Terzi – è il tema della ‘capacità di riempimento’ all’80% dei mezzi. Una soluzione che è da considerarsi come un compromesso tra le nostre richieste, che puntavano al 100%, e le valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico nazionale. Altro elemento molto importante è che queste regole vengano applicate a tutto il trasporto pubblico locale, senza distinzione tra urbano, extraurbano e servizio ferroviario regionale”.
“Infine, da evidenziare – ha sottolineato Terzi – che la possibilità di integrare il 20% del ‘servizio aggiuntivo’ che manca, sia garantita da stanziamento di risorse specifiche e quindi non a valere sui 900 milioni già stanziati, e da interventi normativi che legittimino questo tipo d’azione”. L’assessore regionale lombardo ha quindi concluso ricordando che “la lentezza con cui ha agito il Governo e per come si è arrivati a questa soluzione, non ci porta a escludere la possibilità di disagi con la ripresa dell’attività scolastica, soprattutto in relazione ai grandi numeri che caratterizzano la Lombardia”.