“Il 65 per cento delle mamme-lavoratrici non ritiene conciliabile DAD e lavoro e tra queste, il 30 per cento prenderebbe in considerazione di lasciare il lavoro, se l’uso della didattica a distanza dovesse continuare anche a settembre”. È quanto emerge dal primo report dell’indagine nazionale ‘Che ne pensi? La DAD dal punto di vista dei genitori’ realizzata dall’Università di Milano-Bicocca e predisposto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze umane per la formazione, formato da Giulia Pastori (coordinamento scientifico), Andrea Mangiatordi, Valentina Pagani e Alessandro Pepe. “L’indagine, che ha raggiunto circa 7.000 genitori di bambini e ragazzi di scuola primaria e secondaria, per un totale di circa 10.000 bambini e ragazzi, consiste in un questionario online diffuso sui canali social. – spiega l’Ateneo – I ricercatori hanno approfondito come sono stati vissuti questi mesi di scuola “in casa” da uno dei principali gruppi di stakeholder della scuola: i genitori. Il questionario fornisce infatti un quadro generale non solo di com’è stata percepita e vissuta da loro questa esperienza, ma restituisce anche un bilancio finale sulla modalità della didattica a distanza, dando spunti di riflessione per il futuro. Per quanto concerne Il campione degli intervistati, al questionario hanno risposto per il 94 per cento madri, con un’età media di 42 anni e in grande maggioranza con un livello d’istruzione superiore. Per l’80% sono donne lavoratrici che durante il lockdown hanno continuato a lavorare (67%), molte in modalità smartworking (57%). Nei quasi 10.000 figli sono rappresentati tutti gli ordini di scuola dalla primaria alla secondaria di II grado, anche se in gran parte (7.000 su 10.000) frequentanti la Scuola primaria. Nello specifico, l’indagine ha poi analizzato 5 aree: i tempi, gli spazi, e le metodologie didattiche; la partecipazione alle attività didattiche e le relazioni a distanza; le emozioni prevalenti provate e i comportamenti osservati nei figli; i punti di forza e di debolezza delle modalità didattiche in remoto; priorità, desideri e timori sulla ripresa della scuola dopo l’estate. – prosegue l’Università – Il bilancio dei genitori sulla didattica a distanza mette in luce pro e contro dell’esperienza. Da un lato, i genitori riconoscono come positivo il maggior utilizzo di tecnologie digitali per lo studio e la didattica; la possibilità di conoscere maggiormente le attività didattiche dei propri figli e l’acquisizione di nuove competenze digitali da parte dei bambini. Dall’altro, sottolineano però alcuni importanti aspetti negativi: le relazioni a distanza con i compagni e con gli insegnanti; la quantità di compiti da svolgere, ritenuta spesso eccessiva; la scarsa varietà nella proposta didattica; il difficile bilanciamento del tempo dedicato alle lezioni, ai compiti e allo svago.È proprio quest’ultimo aspetto che più preoccupa le intervistate: ben il 65 per cento ritiene la DAD non conciliabile con il lavoro e il 30 per cento prenderebbe in considerazione la possibilità di lasciare il lavoro per seguire i figli. ‘La ripartenza della scuola, così come di nidi e scuole d’infanzia – dice Giulia Pastori, coordinatrice scientifica della ricerca – è un’emergenza sociale di massima urgenza che è stata ed è ancora molto trascurata. Bisogna fare tutto il possibile perché ripartano e bene, ne va del benessere di bambini e ragazzi in primis, ma anche dei loro genitori, in particolare delle donne. L’esperienza della DAD ha reso ancora più evidente che abbiamo bisogno di una politica per la scuola al contempo tempestiva e lungimirante’, conclude la nota della Bicocca. (MiaNews)