“Polemiche sterili inutili e strumentali: sono qui per riaffermare la verità dei fatti e voltare pagina”. Così il presidente della Regione Attilio Fontana in consiglio regionale sulla vicenda dei camici che lo vede indagato per frode nelle pubbliche forniture, per la fornitura di camici da parte della Dama spa, di cui è proprietario il cognato Andrea Dini. “La procedura è corretta, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento della fornitura di camici per evitare polemiche e strumentalizzazioni. Ho considerato di alleviare l’onere dell’operazione partecipando alla copertura di parte dell’intervento economico. Quel gesto è diventato sospetto, se non addirittura losco. Non è vero che la rinuncia al pagamento sia dipesa dalla presenza di Report. Report si è palesata con le prime domande sul punto il primo giugno, quando erano già trascorsi 18 giorni. Io non ho saputo nulla dei rapporti onerosi fino al 12 maggio. Le cose stanno così, a dispetto di chi vuole leggerle diversamente stravolgendo la verità. Non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei famigliari. Regione Lombardia non ha speso un euro per i 50 mila camici”.