Un italiano 42enne sarebbe l’autore del brutale omicidio avvenuto nella prima mattina di lunedì 20 luglio in una palazzina di via Plana a Milano. Vittima una transessuale di nome “Emanuelle” – al secolo il 48enne brasiliano Emanuel Alves Rabacchi – che ha ricevuto oltre 80 coltellate. Sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona a portare i militari a individuare il 42enne: è proprio lui, infatti, l’ultima persona che viene ripresa mentre entra nello stabile verso le 6 del mattino. La visita durerà circa un’ora e mezza, lasso di tempo nel quale i due avrebbero presumibilmente consumato un rapporto sessuale e fatto uso di cocaina. Alla prima visita ne fa seguito una seconda, molto più breve per la durata, verso le 8 e in quel momento, secondo gli inquirenti, si è consumato l’omicidio. L’uomo, poi, è uscito dall’appartamento portandosi via un mazzo di chiavi, lo smartphone della vittima e l’arma del delitto, lasciando anche accesi i fornelli del gas nel tentativo di causare un’esplosione in grado di nascondere il crimine appena commesso. Dalle immagini i militari sono riusciti ad individuare la macchina usata dal 42enne, intestata alla collega e attuale compagna dell’uomo rimasta sconvolta quando è stata informata dei fatti. L’uomo è stato posto in stato di fermo e si è avvalso della facoltà di non rispondere. All’interno dell’abitazione sono state ritrovate un paio di scarpe con sopra quelle che vengono ritenute presumibilmente macchie di sangue rappreso e lo stesso coltello utilizzato per uccidere Emanuelle. A mancare solamente un valido movente per un tale gesto. Una pista conduce a possibili debiti che l’uomo aveva contratto con la vittima nel corso di una lunga frequentazione che durava ormai da 4 anni, ma sembra più probabile che l’omicidio sia stato il frutto di un momentaneo raptus, dovuto forse anche allo stato di depressione nel quale l’uomo versava ormai da quasi un anno.