“In Lombardia il livello del Pil tornerà indietro di due decenni”. È quanto traspare dalla ricerca condotta dall’Osservatorio – Centro studi Cna: “Covid19: impatti e scenari economici per la Lombardia”, presentata questa mattina. La ricerca si è articolata all’interno del progetto “Lover”, acronimo con cui la Confederazione ha battezzato l’unione tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Da quanto è emerso dalla ricerca già nell’ultimo decennio, “le tre Regioni hanno beneficiato dello sviluppo di export e turismo” tuttavia “la crescita del Pil si è mantenuta ampiamente al di sotto delle altre regioni leader d’Europa, con il conseguente “sorpasso” di queste rispetto ai territori nazionali”. Durante il lockdown e la fase 2 il 31% delle attività lombarde si erano fermate. “A soffrirne di più è stato il settore dei servizi alla persona” ha commentato durante la presentazione Alberto Cestari del Centro Studi Cna. La stima del fatturato delle imprese compromesso a causa dell’emergenza Covid-19 nel periodo tra il 12 marzo e il 14 giugno in Lombardia è di “circa 49 miliardi di euro” di cui “24 solo nel commercio e turismo” e “16 nel manifatturiero”. Secondo la ricerca il Pil nel 2020 farà segnare una contrazione più ampia rispetto a quella del 2008 e con “tutta probabilità nelle tre regioni la flessione supererà ampiamente i 9 punti percentuali”. Tuttavia “nel 2021 si attende una ripresa sostenuta anche se non sufficiente”. A fronte del valore negativo, nella ricerca, si stima nel 2021 una prima ripresa: +7,2%. Il lockdown e la fase 2 hanno avuto “effetti negativi anche sulle iniziative imprenditoriali – ha spiegato Cestari -. Rispetto allo scorso anno nello stesso periodo il numero di nuove imprese nelle tre regioni si è dimezzato”. A risentirne pesantemente da quanto emerge dalla ricerca sarà anche l’export con “il rischio di un calo rispetto al 2019 di 25 miliardi di euro”. Tra gli altri, a commentare i dati il presidente della commissione permanente Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione della Lombardia Gianmarco Senna: “C’è un grossissimo problema di accesso al credito, la famosa potenza di fuoco che era stata promessa non si sta assolutamente vedendo – ha detto -. In questo momento è tutto fermo se non si reagisce in fretta i danni che ci porteremo dietro saranno pesantissimi. Soffriamo di centralismo, c’è stato un assalto alla dirigenza nei confronti del modello lombardo che fortunatamente è stato respinto. Io credo che la soluzione per portarci fuori da questa situazione ormai cronica sia quella dell’autonomia”. Parole condivise anche dal presidente del Cna della Lombardia Daniele Parolo: “Rispetto al resto dell’Europa noi stiamo perdendo colpi, ci giocavamo la Champions in finale, adesso dopo 10 anni speriamo nella permanenza. L’economia della Lombardia non se lo merita e non se lo può permettere: chiediamo che quel residuo fiscale di 54 miliardi sia lasciato in parte sul territorio per poter aiutare le imprese a crescere e sviluppare la propria attività. Per quanto riguarda invece la sanità, questa esperienza ci ha insegnato che è importantissima in Lombardia come in tutta Italia. Dobbiamo investire su questa e io chiedo che la politica non faccia demagogia – ha poi concluso -. È miopia non andare a prendere i 36 miliardi del Mes”. (Cna)