Trivulzio, “si scarica la colpa sui lavoratori”

Tuonano i sindacati in risposta alla relazione stilata dalla Commissione d’inchiesta di Ats, che ha mostrato livelli straordinari di assenteismo durante l’emergenza Covid al Trivulzio: "vergognoso far ricadere la colpa su chi ha pagato queste scelte con la propria pelle".

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Dopo la relazione presentata e pubblicata ieri dalla Commissione d’inchiesta di Ats sulla situazione interna al Pio Albergo Trivulzio, arriva la replica da parte di Fp Cgil e Cisl Fp Milano sulla questione dell’assenteismo del personale nella rsa. “Far ricadere scelte organizzative su chi esegue le disposizioni impartite dall’alto è vergognoso ed irrispettoso per chi ha lavorato e ha pagato sulla propria pelle queste scelte”, scrivono i sindacati in una nota comune.

“Nei dettagli fra gli assenteisti mancano le persone messe in quarantena obbligatoria per comparsa da sintomi covid-19, che nonostante i loro solleciti per rientrare in azienda non potevano perché in attesa del tampone, che solo dopo più di un mese di quarantena gli viene eseguito, quando le disposizioni regionali erano ben diverse. Ovviamente dopo più di un mese dal tampone è normale che possa risultare negativo e di conseguenza anche il danno di un eventuale possibile infortunio trasformato in malattia.”

Questa la prima categoria di lavoratori etichettati come assenteisti, mentre vi è una seconda dietro la quale si celano motivazione più inquietanti, quasi di tipo punitivo, riporta la nota: “Poi abbiamo il personale assente perché messi forzatamente in quarantena preventiva da parte del Pio Albergo Trivulzio per sospetto covid-19, che non hanno mai avuto contatti con positivi e né sintomi; saranno mai stati denunciati all’ATS? Forse sarà una punizione per aver esposto la verità di ciò che succedeva all’interno del P.A.T. durante il periodo covid-19? Tra l’altro questi stessi sono risultati negativi sia ai tamponi che al sierologico e ancora oggi non sono rientrati ferie forzate e sembrerebbe anche che dopo anni di lavoro nei loro reparti di appartenenza verranno smistati senza nessuna motivazione.”

E infine una terza categoria, quella degli immunodepressi: “Per non parlare della categoria degli immunodepressi con patologie a rischio, i quali non sapendo la procedura corretta da usare cercava di contattare l’Amministrazione senza aver alcuna risposta o risposte vaghe, quindi gestite con malattie normali o articolo 87 del Decreto Cura Italia del 17 marzo 2020 invece dell’ex articolo 26.”

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