Parchi divertimenti, gestori in crisi: regole troppo rigide

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Il settore dei parchi divertimento conta in Lombardia 23 strutture: nel 2019 ha generato 5mila posti di lavoro diretti, che arrivano a 15mila considerando hotel, ristoranti, negozi e altri servizi complementari, a fronte di 3 milioni di visitatori, di cui 300mila stranieri, e 150mila pernottamenti in hotel. In totale, il giro d’affari lo scorso anno è stato di 50 milioni di euro, cifra che supera i 500 milioni con l’indotto. La riapertura dei parchi divertimento dopo il lockdown è ben lontana dalla possibilità di tornare ai numeri pre covid: “Nonostante i sondaggi a inizio stagione indicassero il generale senso di fiducia del pubblico nei confronti dei parchi divertimento e sebbene le strutture siano perfettamente operative nel rispetto delle regole e della sicurezza, il clima di terrore perpetrato dal governo e dai media sta mettendo a serio rischio l’equilibrio del comparto”, sottolinea l’Associazione Parchi Permanenti Italiani. Secondo l’associazione, “il caso emblematico è quello della Lombardia, Regione che, con l’ordinanza 573, ha esteso l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto fino al 14 luglio e, nelle Linee Guida emanate il 29 giugno ha prescritto l’utilizzo della cuffia copricapo sugli scivoli e nelle altre attrazioni dei parchi acquatici. Due scelte che rappresentano l’ennesima sfida alla resilienza e all’intraprendenza delle aziende del comparto, che hanno scelto di credere nella ripresa del sistema economico, salvaguardando occupazione e indotto”.
Giuseppe Ira, Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia ha dichiarato: “In qualità di rappresentante del comparto e di Leolandia, che con 1.200.000 visitatori nel 2019 è il parco più importante della Lombardia, oltre ad essere il più amato d’Italia secondo TripAdvisor, mi sento in dovere di richiamare il governo alle proprie responsabilità riferite alle imprese, all’economia e al benessere sociale. Si continuano invece ad accreditare le tesi, spesso infondate, di un gruppo di consulenti e di virologi catastrofisti, pronti a contestare clinici e scienziati che, sulla base di evidenze concrete, dimostrano il rientro dell’emergenza sanitaria. A loro possiamo perdonare il fatto che non sono economisti, ma non la mancata consapevolezza del terrorismo mediatico che generano le loro dichiarazioni. Queste ultime, che tanto share hanno prodotto negli ultimi mesi, unite all’approccio assistenzialista del governo hanno sostanzialmente paralizzato gran parte dell’economia, in particolare tutte quelle attività che hanno nella socialità il loro punto di riferimento. Quanto all’uso della mascherina all’aperto fino al 14 luglio, chiedo al Presidente Fontana di provare a immaginare la condizione di quei lavoratori costretti ad indossarla tutto il giorno all’aperto in piena estate, rischiando di essere attenzionati e puniti dalle Forze dell’Ordine quando prendono una boccata d’aria. Sfiora invece il paradosso l’obbligo di indossare la cuffia nei parchi acquatici, se si considera che nelle piscine estive l’utilizzo della cuffia non è contemplato”.
“Se, da una parte, la rigidità delle misure richieste in Lombardia mette a dura prova Leolandia e gli altri parchi della Regione, dall’altra il clima di terrore mediatico non risparmia i parchi divertimento di tutta Italia – sottolinea ancora l’associazione -, già alle prese con due evidenti limiti strutturali: il contingentamento degli ingressi, che stabilisce un tetto massimo spesso non sufficiente a rientrare nei costi, e la brevità della stagione, partita nella maggior parte dei casi con mesi di ritardo rispetto alla norma. A questo si aggiungono diversi problemi lasciati in eredità dal lockdown: la difficoltà di ottenere i finanziamenti, a causa dei limiti del DL liquidità che non prevede scudo penale per le banche, e i costi sostenuti per la messa in sicurezza degli spazi alla luce dei nuovi protocolli. In questo contesto, i parchi sono riusciti a mantenere gli impegni assunti nei confronti dei propri dipendenti, ma oggi hanno bisogno di un supporto concreto da parte del governo e dei media, che non devono contribuire ad alimentare un’insana ed immotivata preoccupazione nell’opinione pubblica”.
“Il turismo e tutte le attività legate al tempo libero – conclude Giuseppe Ira – rendono più felici i cittadini, generano forza, benessere e ricchezza per la Nazione. Salvo l’attenzione di due Regioni, come il Veneto e l’Emilia Romagna, e di alcuni Comuni, la politica a livello centrale è stata totalmente assente. Negli altri Paesi Europei, invece, il turismo esperienziale rappresentato dai parchi viene sostenuto ed incentivato con decisione. Questa scarsa attenzione sta mettendo a repentaglio un comparto che ha un ottimo potenziale di crescita e che risulta sempre più importante nello sviluppo dell’offerta turistica italiana”. (MiaNews)

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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