Coronavirus, ‘Denuncia Day’ a Bergamo: i parenti delle vittime chiedono giustizia

50 denunce consegnate alla Procura di Bergamo e altre 200 pronte, in una vicenda su cui occorrerà fare sicuramente chiarezza.

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Sono due i filoni principali al centro delle numerose inchieste aperte a Bergamo circa le morti da Coronavirus: da una parte la mancata applicazione della zona rossa a Nembro ed Alzano Lombardo, dall’altra la chiusura con subitanea riapertura del pronto soccorso proprio in quest’ultimo paese della Val Seriana. A fare chiarezza ci penserà la Procura, alle quale i parenti delle vittime hanno già consegnato le prime 50 denunce in quello che è stato ribattezzato il ‘Denuncia Day’. I rappresentanti del comitato “Noi denunciamo” hanno in preparazione altri 200 esposti “non contro i sanitari, che hanno fatto il possibile, ma contro i politici”, rei secondo loro di aver raccontato solo bugie. “La procura indaga a 360 gradi, senza escludere nessuna ipotesi, e non ha scagionato nessuno” sottolinea il legale Consuelo Locati, assistente per il comitato, che ha richiesto di poter incontrare il presidente Sergio Mattarella quando arriverà a Bergamo il prossimo 28 giugno.

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