“L’auspicio è che l’esperienza acquisita, ancorché tragica ed intrisa di sofferenza, ma allo stesso tempo ricca di esempi di valore e di dedizione al dovere da parte di chi si è trovato a dover fronteggiare in prima linea lo “tsunami” che si è abbattuto sulla nostra terra, possa consentire il miglioramento del sistema e che in futuro la nostra società faccia tesoro del dramma patito e possa trarne linfa per migliorare”. E’ uno dei passaggi della Relazione del presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Lombardia, Antonio Caruso, diffusa per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte, la cui cerimonia non è stata possibile per le disposizioni per l’emergenza Covid.
“La Corte dei conti – sottolinea Caruso – sarà chiamata a vigilare sul corretto impiego delle risorse finanziarie pubbliche che saranno necessariamente destinate a sostenere la ripresa dell’economia. Sarà necessaria molta attenzione e scrupolo operativo. Non potranno infatti essere tollerate, nel futuro che ci aspetta, pratiche elusive della legalità da parte degli amministratori pubblici e prevaricazioni nell’accesso alla contribuzione da parte dei privati destinatari del sostegno finanziario, che è bene sempre ricordare, viene in ultima analisi alimentato dalla fiscalità generale e, quindi, dalle risorse appartenenti a tutti”.
“La Corte dei conti – sottolinea Caruso – sarà chiamata a vigilare sul corretto impiego delle risorse finanziarie pubbliche che saranno necessariamente destinate a sostenere la ripresa dell’economia. Sarà necessaria molta attenzione e scrupolo operativo. Non potranno infatti essere tollerate, nel futuro che ci aspetta, pratiche elusive della legalità da parte degli amministratori pubblici e prevaricazioni nell’accesso alla contribuzione da parte dei privati destinatari del sostegno finanziario, che è bene sempre ricordare, viene in ultima analisi alimentato dalla fiscalità generale e, quindi, dalle risorse appartenenti a tutti”.
“Come già evidenziato negli anni precedenti, anche quest’anno si deve rimarcare che risultano persistenti i fenomeni di corruzione negli uffici pubblici, da quelli di livello più elevato, sia politico che di amministrazione generale, a quelli di livello inferiore, dove la distorsione per finalità egoistiche delle funzioni e l’abuso dei poteri assume di regola minore carico pregiudizievole diretto e, in caso di emersione, una compromissione limitata dell’immagine dell’amministrazione interessata in ragione di un minore impatto mediatico”, continua la relazione di Caruso all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte. Il presidente, che definisce la corruzione “un vero e proprio cancro per l’Italia“, scrive ancora: “Nondimeno proprio le vicende di corruzione che continuano ad essere intercettate nell’ambito della gestione ordinaria dei procedimenti amministrativi più semplici devono suscitare particolare preoccupazione ed allarme”, sottolineando come “la persistenza di tali vicende dimostra il radicamento ancora profondo della corruzione nel nostro Paese.” “Se è senz’altro vero che gli strumenti apprestati dall’ordinamento negli ultimi anni, in particolare le nuove disposizioni legislative che hanno irrigidito il sistema sanzionatorio penale, quelle che hanno imposto maggiore trasparenza gestionale e quelle che hanno previsto nuove ed incisive forme di controllo sia interno, sia esterno sulle singole amministrazioni pubbliche, hanno inaugurato un percorso indirizzato verso una presa di coscienza, a tutti i livelli, del disvalore sociale della distorsione a fini diversi da quelli istituzionali dei procedimenti amministrativi” – prosegue la dichiarazione – “è tuttavia ancora un dato di fatto ineludibile che il percorso da compiere risulta ancora lungo e che i fatti corruttivi nella pubblica amministrazione sono lungi dall’essere debellati“.
Secondo Caruso, “il pregiudizio che il nostro paese sopporta a causa del mancato sradicamento dei fenomeni corruttivi è gravissimo. Esso non può essere semplicemente raccordato al dato contabile che emerge a seguito della scoperta degli illeciti e delle conseguenti attività istruttorie destinate a delinearne il perimetro e a perseguirli, ma coinvolge l’intero sistema, che ha risentito in passato e risente tuttora di una percezione di inaffidabilità dell’amministrazione pubblica, da cui deriva inevitabilmente un condizionamento in negativo della propensione all’impiego di capitali da destinare ad investimenti e, di conseguenza, un freno alla crescita e allo sviluppo economico-sociale. La corruzione è un vero e proprio cancro per l’Italia”.
Per la Corte dei Conti della Lombardia, il 2019 è stato “un anno di grande impegno e di notevole complessità sotto il profilo dell’organizzazione e della funzionalità operativa”, ha detto Caruso. “L’attività della Sezione giurisdizionale per la Lombardia si è concretizzata, per l’anno 2018, nello svolgimento di 78 udienze” e “nella pubblicazione di 150 sentenze nella materia della giurisdizione contabile (comprendente giudizi di responsabilità in senso stretto, giudizi di conto e giudizi a istanza di parte). L’importo complessivo delle condanne ammonta a 60.105.002,67 euro”. La Procura regionale, inoltre, “ha depositato 8 istanze di sequestro conservativo, per un importo complessivo richiesto di 10.199.131,59 euro, rispetto ai quali risultano confermati importi per complessivi 1.832.848,65 euro”. “Gli atti di citazione depositati dalla Procura regionale nel corso del 2019 sono stati 103, con una giacenza finale, al 31 dicembre 2019, di 67 giudizi pendenti, già calendarizzati, e che verranno discussi nel corso del 2020”, conclude la relazione del presidente.
(MiaNews)