“La Lombardia ha contato troppe vittime: uomini e donne dietro cui si celano storie e famiglie, cui va oggi, come ogni giorno, il nostro cordoglio e la nostra vicinanza. Migliaia sono stati i malati e i guariti, assistiti con encomiabile senso del dovere e sacrifici straordinari da medici, infermieri e volontari venuti da tutto il mondo per offrire aiuto al nostro territorio: a loro voglio esprimere la mia infinita gratitudine”. Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana nel suo intervento al municipio di Codogno dove ha accolto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita ufficiale in Lombardia nel luogo da cui il 20 febbraio scorso è stato riscontrato il caso di coronavirus in Italia. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, anche il sindaco di Codogno Francesco Passerini e i sindaci dei dieci Comuni inseriti nella ‘zona rossa’. “Il 20 febbraio scorso, a Codogno – ha ricordato il presidente Fontana – la storia del nostro Paese è mutata, dolorosamente e inaspettatamente. Un male imprevedibile ha travolto le vite dei nostri uomini e delle nostre donne e devastato con incredibile violenza una terra, la Lombardia , di lavoro e bellezza, solidarietà e progresso. Questi luoghi hanno, per primi, sofferto le terribili conseguenze dell’epidemia e pagato un prezzo più alto in termini di vite umane e sacrifici”. Il governatore Fontana ha rivolto un particolare ringraziamento al presidente della Repubblica per quanto e come la sua vicinanza alla Lombardia sia stata costantemente presente, ricordando anche “la solidarietà e la vicinanza dell’Italia tutta, che parimenti ha conosciuto lutti e difficoltà. Oggi quello stesso spirito di vicinanza e condivisione deve essere motore per la ripartenza di un Paese, unito nelle differenze”. “L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova cittadini, imprese e istituzioni – ha rimarcato Fontana – lungamente colpite da una tragedia che ha avuto e avrà conseguenze importanti sulla nostra economia e sulla nostra quotidianità. Ci approcciamo ora a una nuova normalità che impone ritmi e abitudini differenti e un rinnovato senso civico, indispensabile per garantire a tutti un futuro sicuro”.