È morto BOB KULICK, l’eterno quinto KISS

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Addio a BOB KULICK, chitarrista straordinario, compositore e produttore americano che ha collaborato con molti artisti specialmente tra gli anni ‘70 e ‘90. Stile, gusto, tecnica, e una grande professionalità, un artista completo, di quelli che lavorano duro pur non amando le luci della ribalta… Bob era un artista a tutto tondo, che metteva tutto se stesso nella musica.

Membro d’onore della KISS family, non solo in quanto fratello maggiore di Bruce (che lui stesso, per ironia della sorte, aveva “raccomandato” ai Kiss come sostituto di Mark St John nel 1984), ma anche come collaboratore stretto di Paul Stanley, Bob è stato impegnato “in incognito” con il quartetto newyorchese del Bacio specialmente in studio (facendo le veci di Ace Frehley, allora troppo distratto dalla fama) su alcuni dischi a cavallo tra fine anni ’70 e primi ’80 (di sicuro sugli inediti di Alive II” e “Killers”, e sugli album “Unmasked” e Creatures Of The Night).

Aveva inoltre registrato e fatto tournée tra gli altri con MEAT LOAF (nel periodo d’oro di “Bat Out Of Hell”insieme al fratello), MICHAEL BOLTON, LOU REED, BALANCE, SKULL, M.S.G., Doro, Diana Ross e i W.A.S.P. nel periodo cruciale del capolavoro “The Crimson Idol”.

Bob se n’è andato improvvisamente oggi all’età di 70 anni. Sconosciute per ora le cause del decesso ma pare sia morto nel sonno. A rivelare la terribile notizia il fratello minore Bruce, ex Kiss e da anni chitarrista dei Grand Funk Railroad, tramite la sua pagina Facebook ufficiale:

Col cuore spezzato mi trovo a condividere con tutti voi la notizia della scomparsa di mio fratello Bob Kulick. Che il suo amore per la musica e il suo talento in veste di musicista e produttore vengano celebrati per sempre. So che ora è in pace, accanto ai nostri genitori, e me lo vedo lassù che suona la sua chitarra più forte che mai. Chiediamo gentilmente di rispettare la privacy della famiglia Kulick durante questo periodo molto triste”.

Lo scorso Novembre tra i due fratelli si era inasprita l’acredine, già accesa dopo la morte della madre per questioni di eredità, con Bob che aveva attaccato Bruce in maniera piuttosto forte sui social tacciandolo di ingratitudine e scorrettezza, di averlo “pugnalato alle spalle” in una disputa a proposito di merchandise non autorizzato, e si era infine detto frustrato per la riluttanza di Bruce nel fare tournée e/o registrare insieme. Cosa che peraltro aveva lasciato di stucco molti fan, vista la proverbiale eleganza e dolcezza di Bruce, da sempre.

Nel 2017 i fratelli Kulick erano tornati a suonare insieme e per la prima volta un intero set di brani dei Kiss in qualità di ospiti speciali durante l’annuale Kiss Kruise: “I fan erano entusiasti e questo ha significato moltissimo per noi”, avevano entrambi dichiarato. Bruce aggiunse: “È una bella sensazione. L’amore dei fan di Kiss è sempieterno, la loro devozione unica, far parte di quella famiglia ha dato la svolta definitiva alla carriera di mio fratello, sia a livello professionale che emotivo, e anche alla mia”.

Nel 1972 Bob Kulick aveva partecipato alle audizioni degli allora sconosciuti KISS ma arrivato tra i finalisti, gli venne preferito Ace Frehley. Da allora è rimasto comunque “a disposizione” della band come collaboratore nelle retrovie. La leggenda narra che all’epoca, nonostante si fosse fatto notare, venne scartato per la sua imperante calvizie che andava in netto contrasto con il look capellone e molto glamour che la band aveva in programma.

In un’intervista con Ultimate Classic Rock del 2018, Bob aveva affermato di aver mantenuto segreto il suo lavoro con Kiss per così tanti anni senza alcun problema: “Da amico fraterno di Gene Simmons e Paul Stanley, era importante per me mantenere la parola d’onore quando chiedevano espressamente ‘questo deve restare tra di noi’. Si chiama integrità morale ed è così che si lavora. Il rispetto e la fiducia innanzitutto”, ha spiegato. “Faccio ottima musica; non mi accontento. Non ho mai cercato la scorciatoia o guadagni facili: ‘prendi i soldi e scappa’, non è roba per me! Non sono mai stato un mercenario, non ho mai lavorato su progetti che non mi convincessero fino in fondo, in cui non credessi affatto o che non mi arricchissero innanzitutto artisticamente, solo per fare mera cassa. Non aiuterebbe chi mi chiama, e non farebbe del bene nemmeno a me stesso”.

Da metà anni ’90 ha curato una serie di cd tributo ai grandi del rock (tra cui BeatlesQueenAC/DC, Iron Maiden e gli stessi Kiss) radunando in mega jam in studio la crème de la crème della scena hard’n’heavy americana: Lemmy, Mark Slaughter, Glenn Hughes, James LaBrie, John Petrucci, Rudy Sarzo, Carmine Appice, Jeff Scott Soto, John Corabi, Dave Meniketti, Ted NugentTony Franklin, George Lynch e John Bush, tra gli altri. Nel 2004 Bob aveva vinto un Grammy nella categoria “Best Metal Performance” proprio grazie ad uno di questi brani da lui arrangiato e prodotto, la reinterpretazione di Whiplash dei Metallica ad opera dei Motorhead.

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