Dal 18 maggio ha aperto il 97% dei negozi non alimentari, il 61% dei servizi alla persona, il 60% dei servizi d’alloggio (soprattutto fuori Milano), il 59% della ristorazione, il 58% dei servizi alle imprese e solo il 29% delle agenzie di viaggio. Soltanto il 4,3% giudica positivamente le misure fin qui decise dal Governo per affrontare la “Fase 2” dell’emergenza Covid-19. Per il 63% il giudizio è negativo o fortemente negativo. Rilevante la percentuale di chi non si esprime: 32,4%.
Sono alcuni dei risultati che emergono dalla nuova indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con i dati elaborati dall’Ufficio Studi. Un monitoraggio compiuto all’inizio di questa settimana, il 18 e 19 maggio: al sondaggio hanno risposto 1.079 tra imprese e attività professionali, per l’87% da 0 a 9 addetti.
Fatto 100 il numero dei clienti di un giorno normale (senza Covid-19) qual è stato il valore riscontrato in quest’avvio di settimana? Un’affluenza del 76% per i negozi alimentari, del 45% per i servizi alle imprese, del 30% per il dettaglio non alimentare, del 29% per l’ingrosso non alimentare, del 28% per ambulanti e servizi alla persona, del 20% per la ristorazione.
Erogare presto risorse a fondo perduto, liberarsi dei ritardi della burocrazia, avere più liquidità, fare in fretta con gli ammortizzatori sociali (Cassa integrazione e Fis): sono le richieste che emergono in maggior misura nelle risposte degli operatori. Ed occorre ridurre, fino ad azzerarla, la pressione fiscale nel 2020.
I giudizi maggiormente positivi sulla capacità d’adattamento della clientela riguardano soprattutto il dettaglio alimentare in sede fissa: 7,4 (in una scala da 1 a 10). Seguono i servizi d’alloggio (6,9), i servizi alla persona (6,8), di ristorazione (6,2) e gli ambulanti (5,7).
Altri dati che emergono dall’indagine mostrano come nel periodo di lockdown solo il 20% ha lavorato con il delivery. Dall’11 al 17 maggio il 49% degli esercizi è stato attivo con l’asporto. La citata affluenza del 20% rispetto a un giorno normale sale fino al 40% per il 31% degli operatori e supera il 40% per il 15%. Durante il lockdown il 63% delle aziende ha chiuso la propria sede operativa, ma nel 92% dei casi ha proseguito l’attività professionale da casa e i collaboratori hanno continuato ad operare in smart working per l’85% dei casi.
Drammatici i numeri per le agenzie di viaggio: in quest’inizio settimana affluenza della clientela ai minimi termini: 2%. E soltanto il 6% ha accolto clienti intenzionati a programmare una vacanza.