“Per il caffè nella chicchera, come chiamava mio nonno la tazzina, ora chiamo Fontana e glielo chiedo”. Così scherzando dal bancone di Marchesi in corso Magenta il sindaco Giuseppe Sala conclude il videomessaggio quotidiano ai milanesi rispondendo alla domanda di Cristiano, il barista, che chiede per quanto ancora il caffè dovrà essere servito nel bicchierino di carta d’asporto. Il tutto dopo che il sindaco, dal suo ufficio di Palazzo Marino, ha parlato dello sviluppo della Fase 2 che da lunedì prossimo consentirà a “2.200 negozio di abbigliamento, 700 di calzature, 2.900 parrucchieri, 4.800 Bar e 3.400 ristoranti di riaprire. Numeri impressionanti, stiamo parlando di una parte significativa della nostra città, quella del commercio. Non è che stiamo parlando solo di economia milanese, stiamo più precisamente descrivendo anche la vita di singole famiglie, di singoli piccoli imprenditori che normalmente vivono, come si diceva una volta, di ‘casa e bottega’ mettendo insieme il bilancio della loro attività e quella della famiglia. Sono in difficoltà e credo che sia veramente il momento di dar loro una mano. Credo che dopo tanta permanenza in casa verrà un po’ tutti noi la voglia di andare al bar a bere un buon caffè, in una pizzeria a mangiare una pizza, a comprarci un paio di jeans e dal parrucchiere. Le vetrine dei negozi sono un po’ gli occhi della città e vedremo questi occhi riaprirsi. Il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, normalmente non molto tenero nei giudizi sul nostro Paese, descrive questo ritorno alla normalità dell’Italia e di Milano. Il giudizio su Milano è veramente lusinghiero: viene descritta come la capitale industriale e finanziaria del Paese ma soprattutto Süddeutsche Zeitung si sofferma sulle altre qualità a partire dalla moda: Milano appare come un autentico laboratorio di bellezza,” conclude Sala. (MiaNews)
Il caffè nella chicchera
Publiée par Beppe Sala sur Samedi 16 mai 2020