“Constatiamo ancora poca chiarezza da parte del Pio Albergo Trivulzio: dalla conferenza stampa non abbiamo avuto dati concreti e rassicuranti su quanto avvenuto finora all’interno della struttura. Nei 300 decessi dichiarati è evidente che non sono compresi tutti gli anziani che in marzo sono stati trasferiti in ospedale oppure rimandati a casa, poi risultati positivi al Covid-19, che in molti casi hanno contagiato i familiari e sono morti. Purtroppo la gestione non oculata avrebbe provocato anche il contagio di molti pazienti, molto spesso anziani, che usufruivano di servizi di fisioterapia, in decorso post operatorio o con patologie multiple aggravate. La struttura si è dimostrata molto fragile nel bloccare l’accesso di pazienti esterni e nell’uso dei dispositivi di sicurezza grazie ai quali si sarebbe potuta arrestare la diffusione del virus, come avvenuto in molte altre RSA in Italia”. Lo ha dichiarato questo pomeriggio Alessandro Azzoni, portavoce del Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio, in riferimento alla videoconferenza stampa tenuta ieri da Fabrizio Pregliasco supervisore scientifico del Pat e dall’avvocato Vinicio Nardo, legale dell’ente e del dg Giuseppe Calicchio, indagato per epidemia colposa e omicidio colposo.