Oggi vorrei dire qualche cosa ai miei figli. Vorrei chieder loro scusa perché è una generazione troppo debole, quella dei loro genitori, la nostra. Cerca di far le cose giuste, ma con timidezza. Noi ci abbiamo provato a non aumentare il debito pubblico, a tenere le cose in ordine, a inserire la competitività nel mercato del lavoro. Per farlo, abbiamo buttato via la nostra pensione futura. Ma siamo deboli, e quando è stato il tempo, abbiamo fatto quota 100 per loro e abbiamo ipotecato anche il vostro di futuro. Abbiamo ereditato un debito pubblico monstre malgrado almeno tre boom economici dagli anni 60 al 2000. Diciamo che alla generazione dei nonni, quella che ha fatto il ’68, deve essere sfuggito un po’ il piede sull’acceleratore su questa cosa della libertà, e si sono presi la libertà appunto di avervi venduto il futuro. Noi pensavamo di essere meglio, ma alla fine per colpa di questo virus vi abbiamo indebitato ancor di più, e abbiamo indebitato anche i vostri figli, quando li avrete. Scusate se abbiamo fatto i debiti, ma dovevamo salvare i nonni, che sono più deboli, e hanno patologie. Ci dispiace che loro non l’abbiano capito, che lo facevamo per loro. E infatti si sono opposti a starsene a casa mentre magari noi tornavamo al lavoro. Sarà ancora per quella cosa della libertà: vogliono essere liberi di uscire e di contagiarsi come pare a loro. E scusate, cari bambini, se voi sarete un pochino più ignoranti, anche. Le scuole non le hanno volute riaprire, e di fatto avete perso un anno. Scusate anche se vi dovremo lasciare con la babysitter a rincoglionirvi davanti a cellulare e tablet. Non sappiamo come fare, visto che dobbiamo andare a lavorare. Scusateci perché quelli della nostra generazione che abbiamo messo nei vari governi, non sono stati proprio degli esempi. Anzi. Non guardate mai un video di Bonafede, vi prego. E neanche di Toninelli. Scusateci perché noi avevamo provato a fare l’Europa, ci credevamo davvero. E invece vi lasceremo un rottame, o forse neppure quello. Scusateci perché da piccoli noi sognavamo le avventure in Arabia, e voi invece dovrete prendervi ancora una volta il terrorismo. Scusateci perché pensavamo che parole come fascismo e razzismo fossero superate, e invece non lo sono, né nei fatti né da chi le usa per dipingere gli altri come fascisti e razzisti: hanno sporcato e usato anche una parola bella come “Resistenza”, che non appartiene alla generazione dei vostri nonni, ma ai loro genitori. Loro, sono troppo giovani e di guerre non ne hanno fatta mezza. Scusateci perché non siamo una generazione molto sicura, molto volitiva. Ci siamo fatti mettere i piedi in testa, e non abbiamo avuto voce: non nei giornali, non nelle televisioni, non nelle radio. Ci siamo rintanati sui social, ognuno nella sua bolla, ognuno nella sua piccola cameretta virtuale, mentre il mondo fuori va in malora. Crescete, ragazzi. E appena potete, levateci di torno a noi generazione di mezzo, generazione afona, che non ha tutelato nessun vostro diritto.
fabio.massa@affaritaliani.it