Oggi un amico mi ha ricordato un verso del nostro inno: “Noi fummo per secoli calpesti e derisi perchè non siam popolo, perchè siam divisi“.
Quanto è vero, questo verso.
Nulla ci unisce.
Non ci unisce la competizione contro gli altri Paesi, come per Ema. Gli altri, tutti compatti. Noi, che ci mandano un sottosegretario del menga. Non ci unisce neanche la Nazionale, tutti tutti: c’è chi tifava Argentina ai tempi di Maradona, o Marco Travaglio la Germania, o Radio Padania per il Paraguay contro l’Italia. Non ci unisce il virus, figurarsi. Così capita che Mattarella chieda a tutti di non ammazzarsi, tra polemiche e contropolemiche. Matteo Salvini se ne sta zitto al suo angolo, e Conte smette di attaccare Salvini. Però la Regione Lombardia polemizza con la Protezione Civile, e a quel punto si scatena l’inferno contro la Regione Lombardia. Salvini che cosa farà? Con tutta probabilità entrerà in campo in difesa dei suoi governatori, polemizzando con il Governo e – prevedibilmente – con il Comune di Milano. Il quale, anche qui prevedibilmente, risponderà. In tutto questo a un certo punto arriveranno i magistrati che apriranno indagini più o meno su tutti, chi più chi meno. E appariranno i titoli sui giornali che faranno urlare il Movimento 5 Stelle onestà onestà, il Pd contro la Lega ladrona, la Lega contro l’incompetenza governativa. C’aveva ragione l’inno, c’aveva ragione. Da secoli siamo derisi perché siamo divisi.