Torna ad essere nuovamente incandescente la polemica sull’utilizzo dei tamponi in Lombardia. “Regione Lombardia ha del tutto abdicato all’uso di questo strumento come mezzo per il contenimento della diffusione del virus, a differenza di quanto continua ad essere fatto in altre regioni, con ciò distanziandosi dalle direttive (ministeriali)”, scrivono i sindaci di Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Milano e Varese replicando alla lettera scritta ieri dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Convinti che l’auto-isolamento imposto a chiunque presenti sintomi simil-influenzali sia del tutto insufficiente ad individuare precocemente e testare anche i familiari e i contatti più stretti, i sindaci chiedono alla Regione il perché di alcune mancanze: di macchinari, di maggiori quantitativi di reagente, e dell’impiego di un maggior numero di laboratori, così da poter effettuare un numero adeguato di tamponi come altre regioni hanno già operato. Infine sul caso delle RSA e per ciò che avviene al loro interno i sindaci hanno risposto a Fontana di non essere loro i responsabili, bensì la Regione, in quanto ente rimuneratore di tali strutture.