È iniziata la battaglia di Milano. Vinciamo e scordiamo la legge marziale

Domiciliari, coprifuoco, esercito nelle strade, controllo tramite cellulare: è una dittatura da Coronavirus. Dobbiamo stare attenti, ma dobbiamo anche uscirne

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

Francamente, è il mio peggior incubo. I domiciliari. Il controllo tramite il mio cellulare. L’esercito per le strade. Questa è una dittatura. Una dittatura da Coronavirus. Hanno ragione quelli che pensano che si debba stare attenti. Dobbiamo assolutamente stare attenti. Perché i regimi totalitari nascono così. E se ci pensiamo i sintomi ci sono già tutti. Coprifuoco,  limitazione delle libertà, esercito. Abbiamo avuto, nel recente passato, anche l’invito del governo a non creare allarmismi sulla stampa. E la stampa ha risposto sì, tanto che per molti italiani è stata una semplice influenza. Salvo poi tornare indietro e dire che no, bisogna stare in casa. Ora, dopo tanto spalare merda sui social, diciamocelo che sono solo i social a garantire le nostre libertà. Siamo in una situazione di legge marziale. Mi fa paura, ma è giusto così. Perché è una guerra. E in questa guerra è cominciata la battaglia di Milano. Bergamo sta al picco. Brescia ci entrerà tra poco. E Milano avanza su quella maledetta curva. Nei prossimi giorni avremo più contagi, più morti. Velocemente. Avremo bisogno di posti in terapia intensiva e di rallentare il contagio. Le nostre aziende sono al collasso, e devono ancora soffrire. Ma meglio chiudere tutto e cercare di resistere, almeno un poco. In Russia hanno sempre vinto le guerre con il Generale Inverno. Noi speriamo nel Generale Primavera, che metta fine alla legge marziale in cui ci siamo trovati. Speriamo di uscirne e speriamo di uscire, perché i balconi non mi bastano proprio per nulla. E una volta fuori, esercitiamo tutte le nostre libertà, godiamo del fatto che l’Italia è una repubblica e che arresti domiciliari, coprifuoco, esercito nelle strade e delatori sui balconi, a spiare chi passa sotto, devono essere solo brutti ricordi.

fabio.massa@affaritaliani.it

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