“È necessario garantire, attraverso misure adeguate, la continuità produttiva nelle aziende agricole, dai campi alle stalle fino alla trasformazione e distribuzione”. È quanto afferma Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Lombardia, mentre si discute della possibilità di applicare all’intera regione limitazioni e blocchi ancora più severi di quelli attualmente in vigore.

Nelle aziende agricole – precisa la Coldiretti regionale – gli animali devono essere accuditi e nutriti ogni giorno, le lavorazioni delle materie prime devono proseguire, così come devono continuare le operazioni di preparazione dei terreni per le semine primaverili, mentre nelle serre e all’aria aperta non si può arrestare il ciclo di crescita delle verdure, dei fiori e delle piante. In un momento delicato come quello attuale, in cui si deve tutelare la salute pubblica – continua la Coldiretti – bisogna preservare al tempo stesso l’attività primaria che sta contribuendo a garantire le forniture di cibo. “Per questo – precisa il Presidente Voltini – vanno assicurate anche le attività di trasformazione, confezionamento, spedizione e distribuzione legate all’attività agricola, zootecnica e alimentare”.

“Chiediamo – afferma Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Lombardia – che vengano definite le modalità per dare continuità al lavoro delle aziende nel rispetto delle misure di sicurezza e prevenzione. Facciamo inoltre appello alla distribuzione commerciale affinché sostenga il consumo di prodotti alimentari Made in Italy aderendo con atti concreti alla campagna di mobilitazione #MangiaItaliano. Vanno privilegiati negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle con il latte italiano al posto di quelle ottenute da cagliate straniere, salumi prodotti con la carne dei nostri allevamenti, frutta e verdura nazionale ed extravergine Made in Italy al 100%” ha precisato Voltini, nel fare appello al “senso di responsabilità per fermare le speculazioni in atto sulla domanda di prodotti agricoli e alimentari italiani dopo la paralisi del turismo, i ristoranti vuoti, la chiusura forzata delle mense scolastiche e le difficoltà per l’export”.

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