Partiamo da un assunto. La gente sta morendo. Non solo i vecchi, quelli che disprezziamo perché tanto non sono giovani (e pirla) come noi. Se ti viene un infarto a 40 anni rischi di morire in ambulanza perché gli ospedali sono saturi. Ai miei bambini ho detto che devono fare giochi tranquilli, nel giardino di casa. Che non devono farsi venire la tosse. Perché il vero problema di questo maledetto virus è che siamo come Robinson sull’isola deserta. Dobbiamo cavarcela da soli. Non arriva la cavalleria. O meglio: non è detto che la cavalleria si possa dedicare a noi. Quindi, stiamo in casa. L’abbiamo capito. Evitiamo di tritarci le mani facendo bricolage, e pure di prendere colpi d’aria, di sbronzarci alla morte, di dover ricorrere all’ospedale perché con tutta probabilità l’ospedale per noi non ha posto, e comunque se pure non ci andiamo è meglio.
Fin qui, le facezie che poi tanto divertenti non sono. Poi c’è la parte legata alla politica, ovvero come si interviene in tempi di crisi. Il governo ha esteso la zona rossa a tutta Italia. Ha ristretto tutte le libertà dei cittadini, e pure questo va bene. Ma – per dirne una – per comprare i cinquemila nuovi respiratori per la gente che sta morendo per la polmonite del Covid, bisogna fare una gara pubblica su Consip. Sapete che cosa è? E’ una specie di “mercato” in cui si fa un’asta, che dura settimane, per acquistare i beni sanitari. Cioè, in questa situazione, abbiamo il tema della burocrazia. Oggi, per acquistare mascherine, e tutto il resto, bisogna fare le gare. Fare le gare vuol dire impiegare tempo, scartoffie, offerte, eccetera. Il governo ha fatto qualcosa? No. Ecco. Questo è il problema. Il problema è che a situazioni emergenziali si risponde con misure emergenziali. Lasciate che gli enti possano comprare a trattativa diretta i presidi sanitari, le macchine che servono. Alle violazioni formali penseremo dopo.
fabio.massa@affaritaliani.it