La vera politica guarda oltre l’emergenza. Una cosa sembra certa. Del Coronavirus sentiremo ancora parlare a lungo. Avevamo pensato, complice anche l’irresponsabilità di chi sosteneva che si fosse esagerato, che l’enorme emergenza che in Cina ha portato all’esercito per le strade, al contenimento di città di milioni di abitanti e alla costruzione ex novo di ospedali, per l’Italia sarebbe stata rappresentata dalla chiusura per una settimana delle scuole e dal rinvio di qualche partita di calcio. E invece guarda un po’, è una cosa seria. Dal punto di vista comunicativo Regione Lombardia continua sulla linea della trasparenza: è risultato positivo l’assessore Mattinzoli e – senza fare calcoli politici – l’hanno comunicato. Quando Fontana si è automesso in quarantena, l’hanno comunicato.
Tutti a criticarli, guarda che stupidi. Anche certi soloni e guru della comunicazione, che poi però vanno a caccia di soldi regionali, hanno additato la Regione come caso di studio per una cattiva comunicazione.
Invece, personalmente, credo che abbiano deciso solo di fare una cosa molto semplice: dire la verità. Si ammala una dipendente di Regione? Lo dicono. Si ammala un assessore? Lo dicono. Il presidente si autoisola? Lo dicono. E stop. Poi avvenga quel che deve avvenire. Non so se è una strategia giusta o sbagliata, ma mi hanno insegnato che dire la verità è giusto e mentire è sbagliato. Soprattutto ai cittadini. Ma andiamo oltre. Qual è la cosa che adesso le istituzioni dovrebbero fare? Una cosa assai semplice, oltre a provare a contenere il contagio il più possibile. Dovrebbero programmare investimenti sul futuro. Appena dovesse ripartire l’attività piena, e svanire la paura, avremo bisogno di iniezioni non solo di soldi, ma soprattutto di idee. Di politica, insomma. Una politica che dica la verità ai cittadini e che guardi oltre la paura, oltre l’emergenza. Per fare questo non ci vogliono statisti, ma persone di buon senso.