Quando un Cerno senatore mente. E la notizia viene ignorata

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

Oggi vorrei dire tre parole su Cerno. Chi è Tommaso Cerno, lo descrive benissimo questo articolo degli Stati Generali . E’ uno dei due parlamentari che sono passati tra le fila dei renziani. E soprattutto è uno che ieri, parlando alla radio, ha definito la segretaria Dem di Milano, Silvia Roggiani, “una che chiede il pizzo”. Una che chiede il pizzo. Una mafiosa, insomma. Solo perché il partito democratico milanese ha legittimamente chiesto che Cerno rispettasse il contratto che aveva sottoscritto al momento della sua candidatura al Senato (blindata), nel collegio di Milano. Ovvero il versamento di quote, come per tutti gli eletti, per il sostentamento del partito, visto che di finanziamento pubblico non ce ne è più. Lui se ne è fregato, così come se ne è fregato di Milano – dove non si è fatto più vedere – e quando il Pd ha avviato tutte le pratiche per recuperare quanto non era stato versato, ha iniziato una polemica durissima. Messaggini, e poi in pubblico, in radio, ieri a Un Giorno Da Pecora. Fin qui, è la storia di ordinaria maleducazione di un politico, e va bene.

Aggiungiamo però tre cose. La prima: Tommaso Cerno è prodotto della classe giornalistica. Anzi, siamo più specifici: è il prodotto della scuola L’Espresso-Repubblica, che ha scalato con un ritmo prodigioso, fino ad arrivare alla direzione dell’Espresso e poi alla condirezione di Repubblica. Oggi, ma forse ci vedo male io, su Repubblica non si fa proprio cenno a una polemica che ha infiammato letteralmente la “bolla” social dei dem milanesi. Un ex Dem che dà della mafiosa alla segretaria del Pd non è una notizia? Chissà. Seconda notazione: Cerno ha detto in trasmissione che gli sono stati chiesti i soldi quando ha espresso la sua contrarietà alla Tav. Una ritorsione, insomma. Ma mente, e Affaritaliani.it Milano lo può provare. Ci sono lettere del tesoriere fin dai primi mesi dopo la sua elezione: semplicemente lui non ha mai risposto alle telefonate. E sui messaggi vabbè, stendiamo un velo pietoso. Mente anche quando ha dichiarato che non è mai stato iscritto al Pd. Possiamo produrre a richiesta la sua tessera, che non ha rinnovato per il 2019. Terza e ultima cosa, che poi sono un po’ di quesiti. Che credibilità può avere la politica di fronte a gente del genere? Che credibilità possono avere i giornalisti che esprimono gente del genere? Che cosa si può fare nei confronti di gente del genere? Una soluzione l’ha trovata il circolo Pd Meriti e Bisogni, ma è un po’ forte diciamo. Ha commentato dicendo: Tommaso Cerno, ma vai a fare in culo. Inelegante, ma efficace.

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