Dopo il documentario “If I Leave Here Tomorrow” (2018) che narra le origini dei LYNYRD SKYNYRD, è in lavorazione dal 2016 il biopic “Street Survivors: The True Story of the Lynyrd Skynyrd Plane Crash” che ripercorrerà parte della carriera del gruppo, fino a quel tragico 20 ottobre 1977, giorno in cui l’aereo su cui viaggiavano i Lynyrd Skynyrd (un Convair CV-300) cadde in una zona paludosa del Mississippi durante un tentativo d’atterraggio d’emergenza. Nell’incidente aereo persero la vita due dei fondatori della band, Ronnie Van Zant (voce) e Steve Gaines (chitarra), la corista Cassie Gaines, il tour manager Dean Kilpatrick e i due piloti. Gli altri membri del gruppo si salvarono, non senza riportare danni permanenti.
Il film prende il titolo dal quinto album intitolato appunto “Street Survivors” (uscito tre giorni prima dell’incidente e che per un tragico scherzo del destino, sulla copertina, poi ritirata dal commercio, ritraeva la band avvolta dalle fiamme). Con la perdita di Van Zant, autore dei brani iconici “Free Bird”, “Simple Man”e “Sweet Home Alabama”, il gruppo si sciolse. Solo 10 anni dopo, nel 1987, il gruppo si riformò capitanato dal fratello Johnny Van Zant.
La produzione del lungometraggio è stata bloccata a lungo dalla sentenza del giudice Robert Sweet in seguito ad un’ingiunzione appellatasi alla violazione di un “patto di sangue” che sanciva di non utilizzare più il nome della band simbolo del southern rock a scopi commerciali, patto stipulato nel 1977 tra i membri sopravvissuti. Nel suo provvedimento il giudice dichiara che la società di produzioni cinematografiche Cleopatra è autorizzata a realizzare il film solo a patto che il batterista Artimus Pyle, tra i sottoscrittori di quell’accordo, formalizzato poi in seguito in sede legale, non sia coinvolto. La causa è stata intentata tramite denuncia dagli eredi di Van Zant / Gaines e dal chitarrista fondatore dei Lynyrd Skynyrd, Gary Rossington, non appena appresa la notizia dell’avvio dei lavori per il film. Da parte loro il regista e la produzione si sono difesi sostenendo che il biopic in questione rappresentava un esempio di libera espressione del pensiero e che, non avendo la società Cleopatra nessuna correlazione con il vecchio “patto di sangue”, non avrebbero avuto alcun bisogno di chiedere una preventiva autorizzazione ai membri della band e/o rispettive famiglie.
In corte d’appello, nell’ottobre 2018, la situazione si è sbloccata e ad oggi è stata finalmente annunciata una data di uscita del film, diretto da Jared Cohn e con Ian Shultis, Taylor Clift, Samuel Kay Forrest e Rich Dally III confermati nel cast.
Il biopic a lungo ritardato sarà presentato in anteprima il 16 febbraio 2020 all’Hollywood Reel Independent Film Festival. L’ex batterista, Artemus Pyle – unico sopravvissuto alla tragedia che non avendo riportato ferite gravi ha aiutato i compagni nei momenti successivi allo schianto – spiega in un comunicato stampa: “La storia di questo film è la mia storia, non riguarda solo l’incidente aereo ma anche la mia relazione personale con il genio di Ronnie Van Zant che amavo come un fratello e che ancora oggi mi manca”. È stato confermato anche il coinvolgimento diretto del batterista in veste di consulente durante le lavorazioni del film (come persona informata sui fatti), per poter rendere il racconto il più accurato possibile dal punto di vista storico.
Il film verrà distribuito nei cinema USA questa primavera, mentre sulle piattaforme video on demand a livello internazionale (speriamo anche in Italia) arriverà il 30 giugno insieme alla pubblicazione di una colonna sonora ufficiale che dovrebbe presentare anche alcune versioni inedite delle hit.