È durato fino a tarda notte l’interrogatorio dei cinque tecnici di Rfi indagati per il deragliamento del treno Frecciarossa nei pressi di Lodi che ha provocato la morte dei due macchinisti e il ferimento dei decine di passeggeri. Si tratta di un caposquadra e di quattro operai. Hanno parlato per ore con gli inquirenti, negli uffici della Polfer di Piacenza, assistiti da due legali, negando di avere lasciato lo scambio in posizione “aperta”. Il deviatoio – hanno sostenuto gli uomini al lavoro poche ore prima del deragliamento sulla linea alta velocità- è stato lasciato nella posizione corretta per permettere il passaggio dei convogli. I lavori, la sostituzione di alcune componenti importanti, non erano conclusi. Per questo lo scambio – hanno ribadito – è rimasto disabilitato dal controllo remoto dalla centrale di Bologna ma in posizione corretta. “Non capiamo cosa possa essere successo”, hanno detto i tecnici ai magistrati di Lodi. Intanto gli inquirenti hanno acquisito filmati del deragliamento mentre lunedì verrà affidato a dei periti il compito di ricostruire tutte le fasi dell’incidente.