Sondaggio, intorno a Sala il nulla. L’incredibile flop di Renzi e giunta

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

Il sondaggio pubblicato oggi dal Corriere della Sera racconta una situazione politica a Milano ben precisa. Esiste Beppe Sala, e intorno il nulla. Lui è la narrazione, lui è l’operatività. Certo, con qualche eccezione, come il 20 per cento tra quelli che conoscono le attività della giunta che apprezza Pierfrancesco Maran. Ma di base esiste un super-Beppe, e intorno niente. Quel che però mi ha impressionato, leggendo i dati – che come tutti i sondaggi non sono il Vangelo – è la differenza tra il gradimento del sindaco e quello della sua squadra di governo. Il 62 per cento degli intervistati dice di non conoscere l’operato della giunta o gli assessori. E l’8 per cento dice che hanno lavorato male. Se si sommano i dati si può riassumere che per il 70 per cento il lavoro della giunta è neutro o, parzialmente, negativo. Il restante 30 per cento di voti positivi se lo spartiscono appunto Maran e Del Corno per la metà, e gli altri parcellizzati. Colpisce il fatto che la vicesindaco Scavuzzo, che dovrebbe avere una esposizione più alta, valga il 3 per cento di consensi. L’altro dato interessante riguarda i partiti. Matteo Renzi è arrivato a Milano per fare del capoluogo milanese il cuore della sua proposta politica. Addirittura si diceva che se in Italia fosse arrivato al 4 per cento, su Milano avrebbe raddoppiato. Invece, secondo il sondaggio, Renzi a Milano vale il 2,5 per cento, meno di Azione di Calenda che vale il 3,2. Dati da prendere con le pinze, che però portano a prevedere che in caso di amministrative una lista Sala andrebbe a drenare completamente questo bacino, “svuotando” di senso una proposta autonoma da parte dell’ex premier e dell’ex ministro. Che cosa vuol dire tutto questo? Due cose: per prima cosa che Beppe Sala sta comunicando molto bene. Per seconda cosa che gli assessori non stanno comunicando, o stanno comunicando molto male. Se è un bene, non si sa. Certo è che se Beppe Sala – cosa che pare improbabile – venisse chiamato a compiti più alti o diversi da quelli del candidato sindaco, per la sinistra milanese sarebbero dolori.

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