Su questa cosa delle Sardine qualcosa dobbiamo dire. Sul movimento di Bologna niente da eccepire. Anzi. Mi piace la gente in piazza che magari contesta, e non spacca niente. Mi piace molto. Il problema è che poi le Sardine stanno arrivando a Milano. E qui – da altre parti non so – la questione si complica. Perché di fatto tra i leader pare ci sia gente ex Sel, ex girotondi eccetera eccetera. I quali, tradizionalmente, vengono affiancati dai militanti del Partito Democratico, però senza bandiere. In pratica funziona così: si dice niente bandiere, e il Pd non ci mette il simbolo. Però poi si fa un paiolo così per portare la gente in piazza che pur sempre è del Pd, anche se non marchiata Pd. Così la piazza diventa bella piena, e lancia messaggi magari anche in contrasto, o non in perfetta consonanza, con il Pd. E allora il Pd prova a inseguire la piazza che ha contribuito a costruire, mandando la propria gente, senza simboli di partito. Alla fine si va alle urne e si scopre che gli elettori del Pd, che erano in piazza come Sardine, votano comunque Pd, ma sono sempre loro. E le percentuali non cambiano di nulla. Ma allora, non sarebbe meglio risparmiarsi la fatica, lasciare le sardine a Bologna e cominciare a fare, o continuare a fare, politica seria sui territori?