Finti annunci che pubblicizzavano la vendita all’asta di immobili di pregio con tanto di perizie e planimetrie. In realtà, questo era solamente il primo passo di un intricato sistema truffaldino che, secondo gli inquirenti, in un anno ha ingannato qualche centinaio di incauti utenti per 2,7 milioni di euro. Tre sono attualmente gli indagati per i reati di truffa, riciclaggio di denaro tramite criptovalute bitcoin e attività di investimento finanziario senza la necessaria abilitazione. Ai tre, originari del Napoletano e di giovane età, lo scorso 11 novembre, sono stati sequestrati dalla Polizia Locale di Milano contanti e beni (orologi di marca, bracciali in oro e gioielli) per un valore complessivo di circa 300 mila euro. L’indagine, diretta dal pm Carlo Scalas, è riuscita a ricostruire la rete di transazioni attraverso cui il denaro delle persone truffate veniva progressivamente fatto sparire. Inconsapevoli del raggiro in atto, agli utenti veniva chiesto di versare il 10% del costo dell’immobile in asta: una cifra che, di solito, si aggirava tra i 15 e i 20 mila euro. Il denaro delle truffe veniva poi fatto transitare su conti correnti bancari intestati a vittime precedenti e poi riciclato su piattaforme specializzate nello scambio di valute. Secondo le norme vigenti in materia di antiriciclaggio, sarebbero dovute essere le stesse piattaforme a verificare identità dei propri clienti e provenienza lecita del contante. Verifiche che in realtà non sono mai state effettuate. Il denaro ripulito veniva poi investito nell’apertura di varie attività commerciali come centri scommesse. Le indagini sono cominciate nel 2018 in seguito all’arrivo di svariate denunce da parte di cittadini incappati negli annunci delle finte aste di immobili online. (MiaNews)