“Nei primi nove mesi dell’anno la produzione metalmeccanica lombarda ha tirato il freno a mano segnando, mediamente, -1% nei distretti di Monza Brianza, Lecco, Brescia e Bergamo e una flessione negativa anche per Varese. A questi numeri, diffusi ieri da Unioncamere, si accompagna un saldo occupazionale nullo, ordinativi fermi, previsioni negative sia per la produzione che per la domanda, riduzione delle ore di lavoro e ferie forzate.” I 16.500 metalmeccanici in cassa integrazione in Lombardia, nel primo semestre, rischiano di moltiplicarsi afferma Andrea Donegà, segretario generale Fim Cisl Lombardia – . Le preoccupazioni aumentano per via del conclamato rallentamento della Germania e dell’automotive, sbocchi principali delle imprese lombarde, per la guerra dei dazi, che fa scaricare in Europa i prodotti cinesi che faticano a entrare negli Stati Uniti, e per l’effetto domino sull’industria regionale a seguito della vertenza ex Ilva”.
“Il dramma prende forma per il lassismo della politica – prosegue – che sembra assistere, confusa e impreparata, al riaffacciarsi della crisi, salvo poi trasformarla in dibattito elettorale. Senza industria, l’Italia non ha futuro e qualsiasi intervento politico annunciato, su welfare e fisco, è buono solo per la propaganda”. “Servono interventi decisi e strutturali – conclude Donegà – altrimenti la locomotiva lombarda rischia di deragliare fermando il Paese”.