È Elena Ferrante mania. Cresce l’attesa tra gli appassionati della misteriosa scrittrice, che ha conquistato i lettori di tutto il mondo, per il suo nuovo romanzo “La vita bugiarda degli adulti” (Edizioni e/o) in uscita il prossimo 7 novembre. In anteprima, le Librerie Feltrinelli di Milano corso Buenos Aires, Roma Largo Torre Argentina e Napoli Piazza dei Martiri organizzano una serata speciale dedicata al romanzo, prima che il romanzo esca.
Mercoledì 6 novembre, alla vigilia dell’uscita, dalle 21.30 fino a mezzanotte, si condividerà l’attesa con letture attoriali in anteprima di brani tratti dall’ultimo romanzo: a Napoli saranno affidate all’attrice Rosaria De Cicco; a Milano toccherà invece agli attori del Piccolo Teatro, mentre a Roma saranno le due scrittrici Annalena Benini e Antonella Lattanzi a leggere le pagine del nuovo romanzo della Ferrante.
Ad arricchire la serata, anche la proiezione del docu-film “Ferrante Feve”r realizzato a partire dalle interviste di testimoni autorevoli, dalla traduttrice della Ferrante ai colleghi scrittori come Roberto Saviano, Francesca Marciano, Elizabeth Strout e Jonathan Franzen. A laFeltrinelli Roma il film sarà introdotto dallo stesso regista e sceneggiatore Giacomo Durzi e dalla co-sceneggiatrice Laura Buffoni.
Allo scoccare della mezzanotte verrà finalmente svelato il nuovo romanzo e i partecipanti alla serata potranno acquistarlo in anteprima.
Per il momento del nuovo libro della Ferrante, si conoscono solo queste righe: «Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto – gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole – è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione».