Ma quando verrà riaperta la metà del parcheggio di corrispondenza sotterraneo Atm di Maciachini chiusa da quasi tre anni? La domanda è più che mai lecita visto che dallo scorso giugno alcuni cartelli avvertono gli utenti dei lavori in corso che in corso non sembrano affatto.
Operai, infatti, se ne sono visti solo per qualche giorno tra luglio e agosto. Poi basta. E così il parcheggio, collegato alla fermata Maciachini della linea gialla della metropolitana, può contenere solo la metà dei veicoli e risulta sempre completo già alle 7 del mattino.
Per provare a trovare posto molti automobilisti scendono nella rampa e aspettano davanti alle sbarre abbassate che esca qualcuno. La chiusura fu imposta da infiltrazioni d’acqua che avevano fatto temere problemi strutturali. Le assicurazioni da parte del Comune di Milano sulla riapertura della metà chiusa al primo piano sotterrano, centinaia di posti auto, sono rimaste lettera morta. Nel largo spartitraffico alberato di fronte all’entrata del parcheggio, su viale Marche, intanto le auto parcheggiano nei modi più caotici e fantasiosi.
Lo stesso Comune e la stessa Atm, che da anni tengono chiuso metà del parcheggio, impongono però tariffe di sosta molto salate nelle strisce blu a partire dai quartieri appena al di là della circonvallazione. In via Giulio Belinzaghi e in via Nava, dove ha sede un ospedale del gruppo Humanitas, per lasciare l’auto si pagano prezzi da rapina, 2 euro all’ora (nel parcheggio di corrispondenza sotterraneo se ne pagano 2 per tutto il giorno), le macchinette esattrici funzionano sempre e benissimo – anche con bancomat e carta – e gli ausiliari della sosta martellano di contravvenzioni chi lascia la vettura oltre il tempo pagato.