E’ arrivata l’acqua a Milano, e oggi se ne è andata. Portandosi via un pezzetto di quella odiosa spocchia e superiorità meneghina. Attenzione. Questo non vuole assolutamente dire che Milano è conciata come altre parti d’Italia. Vuole dire che a forza di specchiarsi nella propria immagine, come nella favola di Narciso, si finisce affogati in una pozzanghera o in un sottopassso allagato. E va bene. Cambiamo discorso, però. Perché ieri stavo riflettendo ancora una volta sulle battaglie femministe. Guardavo un video del ministro Bellanova che parlava di Italia Viva, e del fatto che le donne dovessero essere ovunque. E mi veniva in mente, ancora una volta, quella stucchevole polemica sulle fotografie tutte al maschile. Bene. Pensavo al 2026, a quando verranno inaugurate le olimpiadi. Immaginatevi la foto, ovviamente ipotetica: Beppe Sala alla fine del secondo mandato, Attilio Fontana anche lui al secondo mandato, uno tra i tre amministratori delegati che stanno selezionando in queste ore. E le polemiche sul fatto che sono tutti e tre uomini. Ma vedete, come al solito saranno sempre in ritardo. Perché oggi, oggi che si decide, oggi che ci sono già i nomi sui giornali, oggi nessuna donna si sta alzando e sta dicendo: ehi, per il posto di numero uno dei Giochi Olimpici perché non selezionate questa donna che ha questo curriculum. Nessuno si è alzato per andare dalla società di cacciatori di teste per dire: ehi, perché non avete inserito nella rosa di nomi anche un nome rosa? Nessuno si è alzato perché stanno tutti dormendo. Femminismo dormiente e alquanto inutile. Si sveglieranno poi, quando appariranno le foto sui giornali. E sarà tardi.