Stando a quanto ricostruito dai Carabinieri, Donato Carbone, il 63enne ex imprenditore edile ucciso ieri a Cernusco sul Naviglio, è stato raggiunto da diversi colpi di pistola calibro 7,65 che lo hanno ferito a braccio, fianco sinistro e collo. Ferita quest’ultima risultata poi fatale. Sul luogo dell’omicidio, ovvero il vialetto interrato che conduceva al box auto della palazzina di via don Lorenzo Milani 17, sono stati rinvenuti infatti ben undici bossoli, ma nessun residente ha affermato di aver sentito il rumore degli spari. L’agguato sarebbe avvenuto quando Carbone, di ritorno da un fruttivendolo dopo aver acquistato frutta e verdura, si è fermato nel vialetto con la sua Mercedes per aprire la porta del garage. In quel momento, il killer lo avrebbe affrontato sparandogli quando la vittima ha cercato di risalire in macchina per darsi alla fuga. Sul pavimento del vialetto sono stati ritrovati gli occhiali del 63enne. Il corpo senza vita di Carbone è stato notato da un vicino sceso in garage per raggiungere la propria vettura: l’uomo era seduto al posto di guida e la portiera della Mercedes era ancora aperta. L’allarme è stato dato verso le 18.45 circa, ma secondo gli inquirenti l’omicidio potrebbe essersi verificato anche un’ora prima. Alcune testimonianze raccolte dai Carabinieri nella zona parlano di un auto di piccola cilindrata e di colore scuro che sarebbe stata vista allontanarsi a forte velocità da via Don Lorenzo Milani, ma il numero di targa fornito nelle prime ore alle forze dell’ordine è risultato poi essere incompatibile. I militari indagano ora sulla vita e le amicizie di Carbone. L’uomo da almeno tre anni aveva chiuso la propria ditta edile specializzata in ristrutturazioni a causa di alcuni gravi problemi di salute e ora viveva insieme a moglie, figlia e nipote. Non risultava avere nemici o grossi debiti alle spalle, mentre l’unico precedente a suo carico risaliva a oltre 40 anni fa. I carabinieri al momento non escludono nessuna possibile pista e stanno analizzando ora telefonate e messaggi sul suo cellulare per verificare che tra i contatti recenti non si nasconda anche quello del killer.
(MiaNews)