Al processo d’appello con al centro le presunte pressioni per favorire due sue ex collaboratrici quando era ministro dell’Interno, l’accusa ha chiesto una condanna a 2 anni e 6 mesi per l’ex presidente di Regione Lombardia, il leghista Roberto Maroni. La richiesta del sostituto procuratore generale Vincezo Calia è la stessa avanzata a suo tempo dalla Procura di Milano. Il pg ha chiesto il pieno accoglimento dei motivi di appello del pm e la riqualificazione del reato da turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente in turbata libertà degli incanti. Nel concludere la sua requisitoria il sostituto procuratore ha ribadito che “tutto l’entourage di Maroni era consapevole della necessità di trovare un posto alle due ragazze” (Carluccio e Maria Grazia Paturzo: la posizione di quest’ultima riguarda la nota vicenda del viaggio a Tokyo e per la quale c’è stata l’assoluzione in primo grado). “Nella mia lunga attività politica e istituzionale non ho mai preteso e imposto nulla a nessuno. Non ho mai preteso e imposto di assumere Mara Carluccio né di violare una norma secondaria figuriamoci una legge penale”. Questa, in sostanza, la difesa di Maroni.