E dunque sarà Vincenzo Novari, ex ad di “3”, ad andare a prendere le redini della Fondazione Olimpiadi 2026. Manca ancora l’ufficialità, ci sono ancora alcune riottosità. Ma in pole c’è lui, ed è difficile che salti. Certo, il riserbo per modo di dire sulla terna di nomi non è che sia stata una dimostrazione di compattezza, ma si sa: difficile tenere il segreto in questi casi. Novari è un nome noto a Milano, tra i suoi amici c’è il “visionario” Andrea Pezzi. A questo punto però, e voglio essere profeta di sventura, ci piacerebbe sapere chi guiderà l’agenzia che sarà affiancata alla Fondazione per costruire le infrastrutture legate alle Olimpiadi. Non si guardi il dito invece della luna: là, nell’agenzia, bisognerà avere le maggiori cautele. Là arriveranno gli avvisi di garanzia (o bisognerebbe evitarli, ma in Italia è complicatissimo), là ci vuole la massima cura. I soci, che sono grandi e vaccinati, usino la stessa attenzione per l’Agenzia e per la Fondazione. Altrimenti faremo come al solito in Italia. Oggi non si accorge di niente nessuno, fa tre anni cominciamo con le prime pagine dei giornali: corruzione alle Olimpiadi, appalti, intercettazioni e tutto il resto che ci ammorberà per decenni (vedasi Expo).