Due ore prima dell’omicidio di Zinaida Solonari, la moldava di 36 anni ammazzata sabato notte dal marito Maurizio Quattrocchi, 47 anni, i carabinieri erano passati da via Alberto da Giussano a Cologno al Serio, per controllare che tutto fosse in ordine all’abitazione della sorella della donna, dove si era rifugiata da qualche giorno. Lo ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, colonnello Paolo Storoni, stamattina durante una conferenza stampa con il procuratore facente funzioni Maria Cristina Rota. Zinaida Solonari si era presentata due volte dai carabinieri negli ultimi giorni per denunciare le violenze verbali del marito: il 23 settembre e giovedì 3 ottobre, tre giorni prima dell’omicidio, dopo essere stata aggredita dal marito. A quel punto si era trasferita, su suggerimento dei carabinieri, dalla sorella. Proprio giovedì 3 ottobre i carabinieri avevano trasmesso la denuncia in Procura, che non è mai arrivata. “Si è trattato di un problema di ricezione da parte del pubblico ministero titolare”, ha spiegato il procuratore facente funzione Maria Cristina Rota durante la conferenza stampa. Un problema di ricezione che tuttavia, secondo il comandante provinciale Paolo Storoni, non avrebbe cambiato le disposizioni che già si erano attuate: “Era una situazione estremamente complessa da gestire perché ci sono di mezzo tre figlie – ha detto -. Abbiamo valutato anche un allontanamento, nella casa di Falconara che aveva la donna, ma abbiamo ritenuto che, per la serenità dei figli e della vittima, il temporaneo spostamento dalla sorella fosse la soluzione migliore. Purtroppo però non è bastato”.