Vanno a processo le 11 persone, tra rappresentanti legali e presunti prestanome di fine onlus, desinatarie di ordinanze eseguite tre mesi fa dalla Guardia di Finanza di Lodi. Tra loro anche Daniela Giaconi, finita in carcere lo scorso 2 luglio perché accusata di aver gestito “di fatto” il sistema di quattro onlus che avrebbero falsificato documenti per ottenere la gestione dell’accoglienza di centinaia di migranti, a cui davano poco o nulla, perché ciò che interessava loro era solo “lucrare” sull’emergenza. Il pm di Milano Gianluca Prisco, infatti, ha chiesto e ottenuto dal gip Carlo Ottone De Marchi il processo con rito immediato per gli indagati ancora in misura cautelare (Giaconi è tuttora in carcere), mentre per gli altri è stato chiesto il rinvio a giudizio. A novembre dovrebbero tenersi sia l’udienza preliminare che quelle per l’immediato e per gli eventuali riti alternativi, come l’abbreviato. Secondo l’accusa, avrebbero usato per “scopi personali” oltre 4,5 milioni di euro dei circa 7,5 milioni ottenuti illecitamente partecipando, tra il 2014 e il 2018 (le procedure di controllo sono diventate più stringenti solo nel 2017), a bandi delle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia (parti lese).