Non è “emersa alcuna volontà di avvantaggiare taluno dei concorrenti alla gara o danneggiarne altri, ma solo quella di assicurare la realizzazione in tempo utile delle infrastrutture” necessarie per l’Esposizione Universale: è quanto si legge nelle motivazioni dei giudici della decima sezione penale nei riguardi dell’attuale sindaco di Milano, Beppe Sala, condannato lo scorso luglio a 6 mesi – convertiti poi in una pena pecuniaria di 45mila euro – per falso materiale e ideologico, nel caso “Piastra dei Servizi” di Expo. Al primo cittadino del capoluogo lombardo veniva infatti contestato di aver retrodatato due verbali relativi alla commissione giudicatrice per l’assegnazione del maxi appalto per la Piastra dei servizi in occasione dell’Esposizione Universale del 2015. Il reato contestato a novembre a questo punto cadrà in prescrizione.