Sono arrabbiati i pendolari brianzoli e dell’hinterland di Milano che viaggiano col treno verso il capoluogo, per andare a lavorare o a studiare. Dal primo ottobre, scatta il biglietto unico integrato, che porta ad un consistente aumento del costo dell’abbonamento per chi usa solo il treno: da 46.50 a 70 euro al mese. 300 euro all’anno. Il biglietto unico integrato è un vantaggio per chi usa treno e metropolitana. Ma è uno svantaggio per chi usa solo il treno, perchè è costretto a pagare di più, anche se non usufruisce del servizio. In seguito alle proteste, Regione Lombardia ha annunciato compensazioni per i viaggiatori che usano solo il treno.A pochi giorni dall’introduzione del novo sistema tariffario integrato per gli spostamenti nelle aree del Bacino di Mobilità di Milano e Monza, Trenord ha comunicato le modalità per ottenere il rimborso della differenza tra il vecchio abbonamento ferroviario e il nuovo abbonamento integrato “Stibm”. Al pendolare, viene chiesto di produrre una lunga serie di documenti: «La richiesta di rimborso – si legge nel comunicato di Trenord – potrà essere inoltrata tramite una sezione dedicata sul sito di Trenor inserendo i propri dati personali, il certificato di residenza, la copia del documento di identità e della tessera sanitaria, l’autodichiarazione di non utilizzo dei mezzi TPL del bacino, la certificazione su carta intestata del datore di lavoro oppure l’autocertificazione dell’utente che attesti l’utilizzo dell’abbonamento solo treno e, infine, il proprio Iban per l’accredito del rimborso – spiega ancora – Il rimborso sarà erogato dopo verifica elettronica che gli abbonamenti annuali o mensili siano stati effettivamente utilizzati sulle sole tratte ferroviarie e non su altri operatori del bacino di mobilità». Il rimborso, spiega ancora la società dei trasporti, sarà erogato solo a chi acquisterà a partire dall’abbonamento di ottobre almeno tre abbonamenti Stibm, per almeno tre mesi consecutivi fino ad un massimo di nove su tessera “Io viaggio”. Una modalità che lascia perplessi i pendolari.
Attacca il Pd in Regione.”Una beffa, una presa in giro, un regolamento capestro”: così il gruppo regionale del Pd definisce le modalità applicative del rimborso riservato ai pendolari che utilizzano l’abbonamento “solo treno” e che dal primo ottobre -sottilinea il PD “dovranno pagare anche il 40% in più, a causa di una decisione della Regione”. Il Pd annuncia battaglia e ha già depositato una mozione che chiederà di discutere in modalità urgente nella seduta del Consiglio regionale del primo di ottobre. “Ci sono 25mila lombardi che già oggi stanno acquistando abbonamenti che costano anche il 40% in più per avere esattamente lo stesso servizio di prima. Avranno i rimborsi, dice la Regione, ma è addirittura una beffa. Intanto i rimborsi, introdotti per un solo anno, vengono erogati per non più di nove mensilità, a patto che l’utente non salti nemmeno un abbonamento, perché in quel caso perde il diritto per l’intero trimestre. Per ottenere il rimborso il pendolare dovrà registrarsi al sito di Trenord e compilare nei tempi prestabiliti un modulo corredato da certificato di residenza, attestazione del datore di lavoro, fotocopia della carta d’identità e fotocopia della carta regionale dei servizi. Per entrare al Pentagono forse serve meno burocrazia. Il pendolare si vedrà riconoscere il rimborso almeno tre mesi dopo e in quattro comode tranches. Quanti intoppi ci saranno? In quanti saranno indotti a rinunciare? Poi c’è la beffa finale, la cancellazione del bonus per i ritardi, che oggi vale uno sconto del 30% sull’abbonamento successivo. Questi 25mila pendolari pagheranno di più e non saranno più indennizzati per i disservizi. È il caso di dirlo: paga somaro lombardo. La nostra richiesta è chiara, devono lasciare in vita gli abbonamenti solo treno. Oggi il problema riguarda solo i pendolari delle province di Monza e Brianza e di Milano, ma domani potrebbe riguardare tutti i pendolari lombardi.”
Ci obbligano a prestare del denaro a Trenord, è un prestito con rimborso complesso e senza interessi.