di Fabio Massa
Sardone: “Per la sinistra meritano aiuti per l’inserimento lavorativo gli immigrati ma non gli italiani: basta con l’ideologia”. Questo è il titolo di un comunicato del 26 settembre alle 18.13 di Silvia Sardone, l’europarlamentare della Lega recordwoman di preferenze che ricopre anche il ruolo di consigliere comunale a Milano (anche qui, una valanga di consenso personale). Lo si potrebbe liquidare come l’ennesimo comunicato leghista. Invece no. E’ l’esemplificazione di come ci sono politici che fanno il loro mestiere e altri che non lo fanno. Ho personalmente assistito alla scena. Premessa: si parla di inserimento lavorativo e c’è un punto di una delibera nella quale si specifica la platea alla quale è dedicato il provvedimento. Invece di scrivere genericamente che gli interventi sono dedicati a tutti quelli che hanno perso il lavoro, si va nello specifico. Dunque, si citano anche i migranti. La maggioranza inconsapevolmente (ed è quello che è peggio: non se ne sono neppure accorti), offre il fianco all’attacco. Che puntualmente arriva. Silvia Sardone presenta un emendamento nel quale propone alla maggioranza di aggiungere anche gli italiani over-40 come categoria alla quale destinare il provvedimento. Interviene Basilio Rizzo che si chiede perché solo gli over-40, in effetti bisognerebbe estenderlo anche agli over-35. La discussione, nella noia pomeridiana, quasi scivola via. La presidenza di Lamberto Bertolè richiama al rispetto di una qualche regola sugli emendamenti. Alla fine la maggioranza, più per pigrizia che per vero convincimento politico, decide di votare contro. Anche perché di là c’è Silvia Sardone, e votare a favore non si può. Finita la votazione lei fa il comunicato. Morale: un pezzetto in più di comunicazione per i temi leghisti. Una comunicazione perfettamente veritiera, poiché effettivamente la consigliera del Carroccio ha proposto di estendere la misura agli over-40 italiani. E la maggioranza l’ha bocciata. Ma preoccupante non perché questo preveda un razzismo di Palazzo Marino contro gli italiani (questo attiene alla propaganda), ma perché non c’è stato assolutamente nessuno che avesse capito dove si stava andando a parare e che abbia dunque proposto una contromisura, una discussione, un dibattito, una qualunque azione di interdizione per sottrarre un argomento alla comunicazione leghista. Insomma, la Sardone ha fatto il suo lavoro. La maggioranza no. E di questo bisognerebbe prenderne atto.