Siamo ancora il popolo più pessimista d’Europa. A farlo sapere è l’annuale Rapporto Coop sui consumi e gli stili di vita degli italiani. Siamo pessimisti anche per quanto riguarda i figli e il futuro dell’Ue. Negatività, a quanto pare, motivata da fattori indiscutibili. Evidente la stagnatura economica nella prima metà di questo 2019: la variazione attesa per fine anno del Pil si staglia appena sopra lo zero, 0,1% per la precisione, e non è un caso se dopo 5 anni nel 2018 si è tornati a vedere un dietrofront della spesa delle famiglie. Famiglie che devono far quadrare i conti a fine mese e il lavoro diventa giustamente priorità. Gli italiani guadagnano sensibilmente di meno rispetto al resto di Europa: il 32% a fronte di una media europea del 20% non ritiene di aver raggiunto un equilibrio fra tempo di vita e tempo di lavoro, e questo va ovviamente ad influire sull’animo. Animo che certamente non è sereno, complice anche se vogliamo l’incapacità di gestire il fenomeno immigrazione e l’integrazione che manca nel nostro paese, fuoco che soffia sul senso di insicurezza degli italiani: in 18 anni i sistemi di allarme installati nelle abitazioni sono cresciuti del 20%. Ma sicurezza è la parole vincente anche a tavola e si affianca a quella di italianità: se da una parte l’Italia è un paese green che sta puntando verso l’abbandono delle plastiche – dato che involontariamente se ne ingeriscono già 5 grammi a settimana – dall’altra si cerca sempre più la provenienza italiana degli alimenti, a volte anche a scapito di sapore e qualità.