La Fondazione Luciana Matalon ospita fino 4 al 14 Settembre la mostra personale di Augusto Daolio, storica voce dei Nomadi. Non è certo la sua scomparsa, avvenuta nel 1992, a fermare la sua cultura, la sua storia ed il suo grandissimo talento per l’arte. Per la prima volta i suoi dipinti, oli e chine, vengono esposti a Milano in percorso espositivo nel quale certamente troveranno un nuovo respiro, una nuova energia.
Augusto, conosciuto dal grande pubblico per le sue canzoni che hanno accompagnato per quasi trent’anni due generazioni, riserva invece a pochi le passioni per la pittura e la scrittura, le quali non erano da lui considerate secondarie, piuttosto una sorta di confessione della sua natura più profonda. La sua “maniera” di disegnare e dipingere non era schiava di un metodo, così come quella di comporre. La fantasia guidava la sua mano alla ricerca di un mondo surreale e magico; tutto quello che Augusto presentava era sempre e comunque ben radicato nella natura, madre e ancella di tutte le cose. Dalle sue parole infatti apprendiamo: “(…) disegno paesaggi spaesati confusi nella mente, carpiti un po’ ovunque… in essi si nasconde l’uomo non sempre visibile, ma che sa mescolarsi alle cose, scambia i ruoli, diventa cavallo e albero, un gesto, una mano, occhi e l’infinito cielo come teatro, come messa in scena ideale”. “Paesaggi Spaesati” questo è il titolo, sarà in Foro Buonaparte 67, fino al 14 settembre. L’ingresso è libero.