Famiglie rimaste senza casa, edifici danneggiati, alberi abbattuti e allagamenti. La bufera che nel tardo pomeriggio di ieri ha investito la provincia di Brescia ha devastato intere zone di Castel Mella, ma anche di Flero, Capriano, Mairano e Torbole Casaglia. In città, danni ingenti al Villaggio Sereno, ma non solo: in generale, la tempesta ha lasciato segni pesanti nella zona sud di Brescia e nell’hinterland. Il maltempo di ieri ha colpito anche altre zone della Lombardia con particolare violenza. Pesante il primo bilancio diffuso dalla Coldiretti. Tetti di stalle e magazzini scoperchiati, fienili distrutti, campi di mais pronti per la raccolta spianati, vigneti e oliveti colpiti dalla grandine. È quanto emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti Lombardia sugli effetti degli ultimi tornado e tempeste di ghiaccio tra Milano, Lodi, Brescia, Cremona, Pavia e Varese che fanno salire la conta dei danni nei campi.
Da maggio a oggi – spiega la Coldiretti – il meteo pazzo è costato agli agricoltori lombardi oltre 40 milioni di euro tra perdite di produzione, danni alle strutture e alle infrastrutture. Si stanno verificando – precisa la Coldiretti regionale – le condizioni per la richiesta di stato di calamità. Tra la zona a sud di Milano e Lodi – precisa la Coldiretti regionale – una tromba d’aria ha fatto volare via le coperture di capannoni e stalle, oltre ad aver steso a terra il mais ormai pronto alla raccolta. Decine gli alberi abbattuti anche lungo le rogge. Nella zona di Carpiano, in particolare, si segnalano danni da grandine anche sul riso. Colpita anche la zona a sud ovest della città di Brescia con danni alle strutture aziendali e al mais, mentre nell’alto Garda grandine e vento forte si sono abbattuti su vigneti e uliveti. Tromba d’aria anche nel Cremasco, dove sono stati centrati prati e mais, e nella zona intorno alla città di Pavia. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagioni, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal caldo al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi.